Proporre un capolavoro coma 'La Gatta Cenerentola' ha sempre i contorni del ‘rischio’, tanto ìmpari può essere la messa in scena rispetto all’originale di Roberto De Simone. Che poi la compagnia sia assolutamente amatoriale, aggiunge rischio a rischio.
E’ con questo pensiero che ieri, unici giornalisti presenti a causa di una mancata comunicazione, ci siamo recati al Teatro de Simone per ‘La Gatta Cenerentola’, appunto, evento organizzato dal Gruppo Volontariato Vincenziano per scopi benefici e messo in scena dalla compagnia ‘Oltreconfini’ di cui non conoscevamo quasi altro.
Grande quindi la sorpresa, si, perché, per la durata dei tre atti, più volte ci siamo chiesti se davvero la compagnia fosse amatoriale, per la bravura e le competenze, per la sapienza della regia, per le trovate sceniche.
Tutto assolutamente perfetto, dai costumi, curati nei minimi particolari, alcuni dei quali storici e appartenenti al patrimonio del comune di Colle Sannita, a quella che una sterile nomenclatura chiama attrezzi di scena e che, nello specifico, erano mastelli, assi per lavare panni, accessori dal sapore antico, trovati chissà in quale vecchia cantina e riportati alla realtà scenica.
Belle le scenografie, classiche, curato il gioco sapiente di luci, coinvolgente la musica dal vivo.
Eccellente, senza tema di smentita, l’interpretazione degli attori, ripetiamo non professionisti, cimentati in canti e meravigliosi nei madrigali a doppia voce.
Canti noti, strafamosi dall’opera di De Simone, ma che hanno avuto il valore aggiunto di essere stati portati in scena da chi, nella vita, fa altro ed esercita solo il ‘diritto’ alla passione, all’amore per il teatro che muove e rimuove gli ostacoli e i confini. 'Oltre i confini' ad indicare che solo superando i confini si riesce ad incontrarsi e a mettere al centro cultura e tradizioni, partendo metaforicamente dai confini territoriali che dividono Cercello da Colle Sannita, da cui provengono i componenti, e si estendono a travalicare confini geografici e mentali più profondi.
“Non sono una regista, ma solo una appassionata di teatro cosi come lo sono i componenti della compagnia che è nata tre anni fa unendo chi per il teatro ha un vero amore", così Maria Grazia Maselli, la regista che ha curato l’adattamento dell’opera, prima della rappresentazione, quando sembrava quasi aspettare il nostro arrivo, suscitando in noi un vero senso di gratitudine.
Ci eravamo sentite su facebook, infatti, avrei voluto sapere di più su una mise en scene che in qualche modo mi attirava seppur nei limiti delle aspettative legate ad una compagnia non professionale. Non eravamo riuscite ad incrociare i pensieri, ma questo, forse a causa di quelle starne alchimie che si instaurano tra le persone, non aveva impedito ad entrambe di sapere di ‘esserci’.
Sesta rappresentazione quella di ieri e certamente non sarà l’ultima. Complimenti a tutti, di cuore.
Questi gli interpreti: Arianna Giacomo, Carmelino Cerrone, Annalisa Cocca, Giuseppe D'Agostino, Mariella D'Agostino, Angelo Del Grosso, Fabiola Del Grosso, Mariella Del Grosso, Fernanda Esposito, Giuseppe Fiscante, Igor Mascia, Anna Assunta Orso, Nando Pagnano, Abbondanza Palmiero, Enza Petriella, Giovanni Petriella Emanuela Ricci, Lucia Ricci e Maria Rita Zaccari.
Sono stati accompagnati dalla musica dal vivo Ivana Pagnano, Enza Paolucci e Roberto Ricci per l‘adattamento musicale a cura di Ivano Fiscante e Marialibera Fiscant.
Le coreografie sono di Ornella Mirra con le ballerine Sara Bianco e Rossella Ciccone.
Le scenografie sono a cura di Giuseppe Del Grosso e Damiano Tedesco e l'intera rappresentazione gode della collaborazione di Antonello Di Paola, Angelo Mascia e Gianni Pilla.
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