Non avevamo scelta.
Abbiamo interrotto le attività per qualche giorno in segno di protesta per il trattamento riservato a Teatri e culture in generale ma ancora di più alla nostra Elide Apice, giornalista conosciutissima in città, apprezzata e stimata da tutti, dagli operatori della cultura, da semplici cittadini, dai tantissimi lettori di Teatri e culture.
Quello che è successo è del tutto chiaro a tutti quelli che conoscono "personaggi ed interpreti" della storia ma, ovviamente, Teatri e culture non intende fare commenti ulteriori.
Abbiamo quindi chiuso Teatri e culture per qualche giorno, perché non avevamo altro modo per manifestare il nostro avvilimento per il livore e l'astio che ci hanno riservato, nel nome della cultura.
E ciò è accaduto nonostante Teatri e culture sia totalmente apolitico, totalmente indipendente, totalmente senza scopo di lucro, totalmente senza introiti né contributi né pubblici né privati, totalmente indirizzato solo a raccontare "emozioni, informazioni e commenti su teatro, cultura, arte, società", senza mai scrivere - per scelta editoriale - mai nulla contro nessuno.
E sempre senza fare mai male a nessuno, senza rubare spazio a nessuno, senza mettere in cattiva luce nessuno, senza ridicolizzare mai nessuno, senza porsi in competizione con nessuno.
Naturalmente nelle nostre puerili aspettative, ci aspettiamo consensi ed incoraggiamenti proprio da parte di chi, a parola, dice di avere a cuore la cultura, ma non sempre è così.
La chiusura di Teatri e culture ci ha impedito di dare visibilità a quanti, proprio in questi giorni, hanno messo in scena importanti eventi alcuni a conclusione di lunghi percorsi culturali.
Non è gente di "poco conto" ma anzi di quel tipo che si mette giù a testa china a lavorare, quasi sempre gratuitamente, anzi quasi sempre a proprie spese, con la sola ansia di esprimersi, di portare in scena qualcosa, di fare cultura, insomma.
Gente che - evidentemente – rischia in proprio, mettendosi in gioco in prima persona, e la cultura la fa davvero, senza i se ed i ma, senza incappare in infimi dibattiti incentrati sui volgari refusi di una bozza.
Gente a cui va tutto il nostro plauso ed il nostro ringraziamento, che ha manifestato pubblicamente, e con forza, il suo apprezzamento nei nostri confronti, che non citiamo per il solo timore di dimenticare qualcuno, e sì che sono tantissimi.
Anche gente comune e del tutto sconosciuta, che al mercato commenta il duro trattamento che ci hanno riservato.
Ma anche e soprattutto gente di teatro, di musica, di eventi, quelli che ci conoscono bene perché li incontriamo ogni giorno negli spettacoli che fanno, gente con la quale condividiamo le stesse emozioni, le stesse passioni, gente che ci mette il cuore in quello che fa ed alla quale siamo ben fieri di dare la massima visibilità con tante foto e sintesi filmate degli spettacoli che nessun altro giornale, nessuna altra testata, per prestigiosa che voglia essere, ha mai pubblicato.
Gente che non riceve contributi, né pubblici né privati, che si aspetterebbe un segnale di consenso da parte di chi si proclama difensore della cultura, ma che non conosce nemmeno quanti ci hanno dato addosso, semplicemente perché né questi sedicenti esponenti della cultura né i loro amici hanno mai assistito a nessuno spettacolo.
E profetizzano ugualmente nel nome di una cultura di cui non saprebbero raccontare nulla di nulla.
Teatri e culture riapre, dunque, con tante scuse per la momentanea, forzata, interruzione.
Perché Teatri e culture è dalla parte di chi sta in scena davvero, a fare spettacoli, musica ed eventi, che trema ancora prima di ogni appuntamento, che prova e trasferisce emozioni forti ogni volta che si esibisce, che racconta, pur senza parlare e senza esprimersi, quanta ansia ci sia stata dietro ogni preparativo.
Con buona pace di chi non ha cuore per carpire queste emozioni e si affida gongolante ai refusi di una bozza.
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