Il tradimento è un concetto che la mente considera a dal quale si fa circondare e non cedergli è una sfida, un atto di coraggio o di rassegnazione. Fedeltà (Eianudi ) di Marco Missiroli indaga sul concetto di fedeltà, sul dubbio del tradimento, sulla difficoltà o sull’impossibilità di cedere o meno ad un desiderio. Fedeltà, però, significa semplicemente restare fedeli o tradimento è anche il solo pensiero del tradire e soprattutto quale è la declinazione migliore della fedeltà, forse quella di essere fedeli a se stessi e ai propri desideri? Carlo e Margherita, milanesi, sono i protagonisti di una storia comune e in tanti potrebbero identificarsi nelle dinamiche di vita quotidiana di una coppia qualunque, alle prese con le mille contraddizioni dell’esistenza. E’proprio il desiderio di riconoscere il grado di fedeltà a se stessi che sembra il motivo ricorrente nel libro (tra i dodici finalisti del premio Strega 2019, presentato da Sandro Veronesi). Carlo e Margherita si vogliono fedeli, si scoprono infedeli, in un racconto che segue un doppio piano narrativo, ora e dieci anni addietro con storie che continuano a rincorrersi e si intrecciano con il quotidiano contingente di ognuno dei protagonisti. L’infedeltà scaturisce dalla percezione di un presunto tradimento con Sofia, giovane studentessa di cui sapientemente se ne racconta parallelamente la vita, che riuscirà a tirarsi indietro da una storia che non potrebbe avere futuro e ritornerà nella sua Rimini, protetta dai confini di una vita di provincia dopo il sogno di vivere a Milano. Andrea, oggetto del desiderio di Margherita, ritornerà ad essere solo un ricordodopo la confessione di essere gay, mentre la narrazione ce lo ripropone come dedito ai combattimenti clandestini. Spesso, quindi, (rifacendosi a Phlip Roth in Pastorale americana) bisogna avere il coraggio di sbagliare per scoprire di essere vivi, per ritrovare l’essenza del proprio essere.
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