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"Viteliú" , il romanzo storico di Nicola Mastronardi
     
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dom 19-05-2013 11:38, n.777 - letto 10293 volte

"Viteliú" , il romanzo storico di Nicola Mastronardi

La presentazione alla Libreria Masone

di Elide Apice
sfoglia l'album delle foto   


“E’ una storia che aspettava di essere raccontata e Viteliú, nome arcaico ad indicare i popoli italici, è un pezzo di storia  italiana che viene recuperata” così Nicola Mastronardi,  giornalista alla sua prima prova narrativa, nell’incontro, che moderato da Emilio Fabozzi si è tenuto sabato 18 maggio  alla libreria Masone.
Il libro sta riscuotendo un gran successo di pubblico, è stato presentato anche al parlamento Europeo a Bruxelles e sarà ancora presentato in una serie di appuntamenti che faranno conoscere a tanti una storia di cui hanno trattato solo gli storici ma sulla quale è caduto un oblio a partire soprattutto dal ventennio fascista.
"A partire da quel periodo - spiega infatti l'autore - la storia dei Sanniti non ha fatto più parte se non indirettamente dei testi di storia delle scuole. Credo perchè  si volesse in ogni modo esaltare la potenza di Roma e così, un pò alla volta è venuto meno l'interesse verso questo aspetto storico. Basti pensare che non esistono più le  tante  testate che nell'800 portavano nel loro nome un riferimento al Sannio”.
"Non sono uno storico, sono un giornalista e il mio romanzo vuole essere il tentativo di  appassionare il lettore ad una storia ancora poco conosciuta  attraverso la forza dirompente di un romanzo”.
L’idea parte un po’ di anni fa, era il 1992  e, appassionato di cavalli, l’autore viene inviato dalla Rai, per la quale ha lavorato fino al 2007,  a seguire l’ultima transumanza in Molise.
“Ho visto i tratturi, ho respirato altre atmosfere - racconta con forte partecipazione emotiva - sentivo che qualcosa di quelle terre andava raccontato”.  
Una serie di casualità,  l’incontro con un sannita fiero d’aspetto che aveva creato una associazione, “La lega sannitica”, addirittura con una veggente che rivedeva le scene delle battaglie contro i romani, il sentire forte un spinta alla narrazione, la molla finale per la scrittura di un romanzo dalla stesura difficile in cui al rigore della ricerca storica si coniuga la fantasia di una storia romanzata,  pretesto per squarciare il velo su un periodo storico di cui si parla solo ai margini della storia romana.
”La voglia di raccontare i Sanniti attraverso storie di personaggi di fantasia che si intrecciano  ai personaggi romani espressi, in una sorta di contrappasso, semplicemente come comparse,  mi ha spinto in un lavoro in cui la maggiore difficoltà è stata la localizzazione dei luoghi che la stessa archeologia non sa ancora bene dove collocare”.
 Il romanzo storico è ambienatto nel Sannio, nella Marsica, nella Conca Peligna e in Alto Molise nel periodo storico della Guerra Sociale e della Guerra Civile, che videro per l’ultima volta opposti Roma e i popoli italici, i Vitelios.
Si tratta della storia di un viaggio, un vecchio e un ragazzo che condividono il ritorno da Roma nelle  terre sannite ed è metafora di un viaggio nello spirito e di crescita individuale  alal ricerca delle radici comuni di un popolo fiero, già attivo secoli prima della nascita di Roma.
”Grande difficoltà è stata collocare i personaggi di fantasia all’interno di un contesto storico reale, riuscire a pensare cosa avrebbero pensato,  a rendere le emozioni!”.  
Se l’intento era questo, l’obiettivo è certamente raggiunto, le emozioni ci sono state e forti ancor di più mutuate dalla drammatizzazione della Filodrammatica di Santa Croce del Sannio in una  riduzione dello spettacolo creato proprio sulle suggestioni del libro.
Alberto Di Moro, Maria Concetta Di Moro, Elena Di Moro, Pierluigi Di Moro e Roberta Zeoli,  per la regia di Angela Maria Zeoli e su musiche di Adamo De Gregorio, hanno interpretato la fiera gente sannita nell’imminenza di una battaglia contro i romani, trasmettendo a tutti i sentimenti di rabbia, voglia di riscatto, paura,  angoscia che i nostri comuni avi avranno provato sulla propria pelle. 

L'autore - Nicola Mastronardi, 53 anni, giornalista, saggista. Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze – Indirizzo Storico-Internazionale. Membro dell’Accademia dei Georgofili, è studioso delle civiltà semi nomadi dell’Appennino italiano e del Mediterraneo. Da venti anni alterna la libera professione nel campo dei reportages di turismo escursionistico, agli interessi di storia antica (sannita) e contemporanea. Addetto stampa di istituzioni e ambienti politici italiani, ha collaborato, tra le altre, con testate come La Repubblica, Il Sabato, Il Tempo, riviste del gruppo QN-Quotidiani Nazionali e trasmissioni televisive della Rai Radiotelevisione Italiana. Dal  2003 al 2010 è stato consulente di Linea Verde Orizzonti, Rai Uno. Cultore di Storia del Giornalismo e Storia Contemporanea presso il Corso di laurea in Scienze Politiche dell’ Università degli Studi del Molise, nel 2011 ha pubblicato “Gheddafi,  la rivoluzione tradita” ( Mimesis Edizioni, Mi). Noti i suoi saggi sul sistema tratturale dell’Appennino italiano e il volume “I Giganti verdi – Immagini e suggestioni sui tratturi del Molise” (Volturnia Ed., 2006) “Viteliú, il nome della libertà” è il suo romanzo d’esordio cui seguirà un secondo libro sulla Guerra Sociale e una trilogia sulle guerre sannitiche del IV e III secolo avanti Cristo.  













 

 
 


 

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