Le note di una chitarra e una fisarmonica, suonate da un ragazzo nascosto nella penombra, accompagnano le persone a prendere posto.
Quando tutti si sono seduti il ragazzo, continuando a suonare, si alza e va sul palcoscenico.
Le luci si accendono, una ragazza e un ragazzo sono seduti su una grande altalena al centro del palco, intorno a loro tante margherite.
Inizia così lo spettacolo “T’amo ed è continuo schianto”, di Rosalinda Conti per la regia di Matteo Ziglio, in scena al Teatro dell’Orologio di Roma dal 17 al 22 Maggio.
I due ragazzi mentre si dondolano sull’altalena raccontano al pubblico, guardandoli dritto negli occhi, i loro ricordi.
Lei ricorda che il padre da piccola le diceva sempre di pensare a cose belle prima di andare a dormire, lui invece ricorda di voler fare il “pescivendolo di pesci vivi” da bambino e di desiderare con tutto il cuore un pesciolino rosso da tenere a casa.
I ricordi si susseguono veloci inondando quasi il pubblico. I due ragazzi raccontano i sogni che avevano da bambini, le loro speranze e i loro dubbi.
Lei racconta di pensare sempre alla catastrofe, a un sogno che la tormentava sempre da bambina, quello della fine del mondo e della morte di tutti.
Lui racconta i diversi lavori che ha svolto nel corso degli anni: il ragazzo che consegna le pizze, quello che consegna i giornali, quello che lascia i volantini sulle macchine e tanti altri ancora.
I racconti continuano ad alternarsi accompagnati, di tanto in tanto, dalle note del ragazzo con la fisarmonica e la chitarra di chi sta seduto dietro di loro, in fondo.
Lei continua a parlare della fine del mondo, quasi in maniera ossessiva, di come le catastrofi non possono essere evitate del tutto, ma si possono ridurre i rischi, basta stare sempre attenti.
Lui racconta la morte dell’amico suicida, dice che a volte il cervello, forse per lo stress, si blocca e fa “clic” allora sembra che tutto sia finito e che non si riesca a trovare un senso alle cose.
Basta aspettare e tutto passa, è questo che ci insegnano: “aspetta che tutto passa, nella vita passa tutto”.
Perdi il lavoro? La ragazza ti lascia? Non riesci a trovare il tuo posto nel mondo?
Aspetta, tutto passa prima o poi! Ma è realmente così?
Ad un tratto i due smettono di rivolgersi al pubblico e finalmente si parlano, ricordando come si sono conosciuti, quando hanno festeggiato il compleanno di lui, quando hanno preso una piccola casa e un pesciolino rosso di nome “Resisti” per ricordarsi, ogni volta che lo chiamavano, che bisogna resistere fino alla fine e che nella vita tutto passa.
Forse nella vita non passa proprio tutto, qualche catastrofe ti cade sulla testa come un fulmine a ciel sereno e quando accade non basta ricordarsi di resistere.
Non puoi fare nulla.
Una catastrofe inaspettata è proprio quella che, alla fine, cade sulle testa dei due giovani lasciando un grandissimo senso di vuoto e di smarrimento al pubblico.
Si tratta di uno spettacolo di forte impatto emotivo, la soluzione comunicativa che vede l’alternarsi dei ricordi raccontati al pubblico a quelli raccontati tra i due ragazzi, è molto originale.
Magnifica l’interpretazione dei due attori che si sono perfettamente calati nella parte.
Il pubblico, con gli occhi lucidi e muniti di fazzoletti, ha elogiato i protagonisti di questa catastrofica storia d’amore.
T’amo ed è continuo schianto
testo RosalindaConti
regia Matteo Ziglio
con Giordana Morandini e Stefano Patti
musiche dal vivo Marco Russo
scene Morena Nastasi
Foto Federico Giusti
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