Storie note alle quali, forse ci si abitua, e che ti arrivano forti come schiaffo a sentirle direttamente di chi per la libertà ha compromesso al sua vita, ha subito un ingiusto licenziamento, è stato considerato un dissidente e un traditore e nonostante tutto diffonde l’amore per la pace.
Oggi alla Biblioteca provinciale Mellusi, in un incontro promosso dall’ordine dei giornalisti, la testimonianza di Serdar M. Degirmencioglu, psicologo di continuità e di Murat Cinar, giornalista libero e attivista sociale video.
Con loro Massimiliano Voza, cardiologo della staffetta sanitaria Rojava Calling, Caterina Arcidiacono, docente di Psicologia di Comunità dell'Università Federico II di Napoli, Carmela Longo, psicologa del Gruppo Psicologi Sanniti che ha moderato l’incontro nel corso del quale Rossella Avitabile e Martina Santillo, due giovani studentesse sannite, hanno letto due degli ultimi articoli del protagonista della serata.
” Il sapere non è fatto per comprendere. E’ fatto per prendere posizioni” con questo aforisma di Foucault si è aperto l’interessante moneto di scambio culturale in cui Decirmengioglu, aiutato nella traduzione da Cinar, ha tracciato l’anno nero della sua vita, da quando, dopo aver firmato con altre 1128 intellettuali un manifesto per la pace è stato oggetto di licenziamento dall’università dove lavorava in Turchia.
Poche slide a indicare un percorso chiaro che ha analizzato la situazione politica e sociale in Turchia, a chiarire la svolta autoritaria ad aprire gli occhi all’Europa perché ” La Turchia non è poi così lontana dall’Italia” alla quale è legata da rapporti economici commerciali politici.
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