Alla scultura-monumento del Maestro Mario Ferrante dedicata ad Arechi II, XI Duca di Benevento e Principe dei Longobardi è finalmente stata trovata una degna collocazione al centro della città, nei giardini di fronte al Museo Arcos, ad eterna testimonianza dell'importanza dell'impegno di Arechi per il Ducato.
L'opera rappresenta la conclusione di un trittico sull’identità locale fortemente voluta dalla Provincia di Benevento ed avviata con " La battaglia delle Forche Caudine" del 2010, dedicata al periodo di massimo splendore sannita, che si trova nella Corte della Rocca dei Rettori e "L’eccidio di Pontelandolfo" del 2011, che ricorda la strage del 14 agosto del 1861 ad opera dell’Esercito regolare italiano ed è installata proprio a Pontelandolfo.
L'Arechi II si colloca nell'ambito delle manifestazioni per la "Primavera Longobarda" e pone fine all'assenza di una testimonianza artistica a nome del Principe Arechi.
La cerimonia di inaugurazione ha avuto inizio all'Auditorium Vergineo del Museo del Sannio dove gli interventi del presidente della Provincia Aniello Cimitile e del professore Raffaele Matarazzo, autore del volume "Civiltà beneventana al tempo di Arechi II " hanno presentato l'opera e le ragioni storiche per cui è stata commissionata al valente artista beneventano.
"Stasera Benevento si doterà finalmente di una statua a ricordo del Duca e Principe di cultura", ha esordito così Aniello Cimitile prima di raccontare le tante iniziative che la provincia sta mettendo in atto per ricordare il florido periodo longobardo in città. Un programma diviso in tre filoni, ha ricordato il presidente, il primo di natura strutturale tesa a valorizzare i reperti longobardi e nel quale si innesta, ad esempio, il riassetto della sezione longobarda della Biblioteca provinciale.
Il secondo filone comprende gli interventi in itinere per rendere fruibili in maniera tridimensionale il Chiostro di Santa Sofia e il terzo filone che riguarda la divulgazione attraverso i progetti nelle scuole.
Tante sono le idee del presidente Cimitile e tra questi quello di rendere un appuntamento annuale il concerto del Coro della cattedrale che propone la musica Beneventana.
Per Raffaele Matarazzo "Arechi è gloria nostra anche se altre città, come ad esempio, Salerno, se ne attribuiscono la figura e plauso va, dunque ai nostri amministratori che hanno saputo cogliere questo momento che renderà visibile la figura del Duca proprio di fronte alla Chiesa di Santa Sofia,sua creatura".
Dopo le parole dell'assessore Maria Felicia Crisci " Questa opera è frutto dell'unione di tante intelligenze", ha detto, e la speranza che la città possa farne tesoro, il microfono è passato all'autore, Mario Ferrante.
"Non sono beneventano di origine- ha dichiarato - ma mi sono dato i natali in questa città che sento mia. Sono felice di essere stato chiamato a realizzare questa opera in cui pietra e bronzo si fondono a testimonianza della potenza soprattutto culturale di Arechi che, immortalato nell'atto dinamico di alzarsi dal trono, simbolo di potere, riceve dai personaggi simbolo dei paesi assoggettati le acque della cultura".
La scultura-monumento è alta circa tre metri, pesa più o meno quattro quintali ed è sovrapposta ad una vasca che raccoglie le acque, che potrebbero anche essere interpretate come simbolo dei fiumi cittadini e quindi della città dove importante fu il processo culturale innescato dalla presenza del principe longobardo.