23-03-2015
Siamo capitati per caso sul nostro servizio su "Iside" la Dea universale di cui parlammo con il professore Elio Galasso.
Parliamo anche dei reperti egizi di Iside, i più importanti reperti egizi del mondo ritrovati fuori dall'Egitto.
Vale la pena di riproporlo ai nostri lettori, giusto per ricordare a noi tutti quante cose belle, uniche, straordinarie abbiamo a Benevento.
Li abbiamo sotto mano, addirittura sulla strada principale del passeggio cittadino, ma pochi ne hanno piena consapevolezza.
Iside, Dea universale, venuta da lontano e tuttavia ancora così vicina.
Vicina perchè viene nominata addirittura "Signora di Benevento", da Domiziano, Imperatore di Roma.
Era il periodo di Roma imperiale, dunque, gli anni di Domiziano in particolare.
Il culto di Iside era molto diffuso nel mondo occidentale e molti erano i templi dedicati alla Dea egizia.
A Benevento ce n'erano diversi, ma uno in particolare era molto importante perchè voluto dall'Imperatore in persona ed era ricco di sculture ed elementi architettonici egizi e neoegizi.
Fu costruito nell'anno 88 d.C. da Rutilio Lupo, imprenditore ed industriale di Benevento, costruttore edile con interessi anche a Roma.
Gli arredi di quel tempio sono giunti sino a noi, ma se ne ignorava l'esistenza fino al 1903, quando furono ritrovati durante i lavori di ristrutturazione della Caserma dei Carabinieri, sita all'epoca nel Convento di Sant'Agostino, in prossimità dell'Arco di Traiano.
I materiali erano stati infatti riutilizzati come riempimento del muro longobardo che era in quei pressi e proprio la circostanza di essere stati sotterrati e coperti li aveva conservati e preservati in ottimo stato.
Testa di Iside Lactans e ricostruzione della figura
E forse è proprio per questo motivo che quello di Benevento costituisce il ritrovamento di sculture ed elementi architettonici egizi e neoegizi mai avvenuto fuori dall'Egitto, più importante al mondo, sia per quantità di reperti ritrovati che per la loro straordinaria qualità.
Il tempio di Benevento è anche, ovviamente, una delle massime realizzazioni di arte egizia in ambito italico nonchè testimonianza diretta del massimo esempio di un Imperatore Romano che fa proprio il modello di monarca assoluto tipicamente orientale.
Infatti la devozione di Domiziano per Iside era tanto intensa che l'Imperatore finisce per atteggiarsi a Faraone, e si proclama figlio della dea.
Domiziano, ultimo della dinastia Flavia, fu Imperatore dall'81 al 96 d.C. anno in cui venne colpito a morte durante una congiura di palazzo ordita con la complicità della stessa moglie.
Era scampato già ad una congiura nell'80 d.C. rifugiandosi tra i devoti di una processione in onore di Iside, ed anche per questo la sua "devozione" verso la Dea era molto profonda.
Era il periodo di Roma imperiale, gli anni degli imperatori Domiziano, Nerva, Traiano e Benevento era davvero in grande splendore, crocevia di ogni traffico verso Brindisi, il più importante porto di collegamento con l'Oriente.
Qualche anno dopo la costruzione del tempio di Iside dell'88 d.C., infatti, ecco che nel 114 d.C. inizia la costruzione dell'Arco di Traiano e nel 126 d.C. si inaugura il Teatro Romano.
E più o meno nello stesso periodo un grandioso anfiteatro, posizionato sull’area dell’attuale Stazione Appia, accoglieva chi entrava in città dal Ponte Leproso.
Una città dunque davvero fulgida e splendente, ben accreditata presso la Roma Imperiale, ricca di opere maestose e monumentali che devono aver davvero impressionato i contemporanei per bellezza e splendore e che tuttora, ad oggi, rappresentano un unicum a livello mondiale.
E per parlare di Iside ci siamo affidati al Prof. Elio Galasso che ci ha condotto con tanto garbo e cortesia nei segreti della nostra Benevento, città ricca di storia, unica al mondo, a volte purtroppo dimenticata nei suoi momenti più splendidi e belli.
Il Prof. Elio Galasso, è persona conosciutissima e molto stimata e non solo a Benevento, ovviamente.
E' stato Direttore titolare del Museo del Sannio per oltre 30 anni, ruolo che ha lasciato circa dieci anni fa, e durante la sua direzione il Museo si è arricchito di tantissimi materiali triplicando quasi la sua consistenza, grazie anche alla continua opera di ricerca, acquisti e donazioni presso enti e privati.
Le competenze del Prof. Galasso si estendono oltre le specifiche discipline della Museologia, Storia dell’Arte e Paleografia e non a caso è considerato esperto di tante materie.
Dopo aver prodotto studi pubblicati in volumi e periodici specialistici, ha lasciato l'incarico ufficiale, ma ovviamente rimane uno dei massimi esperti della nostra storia nei suoi multiformi aspetti.
Ed ha lasciato la sua marcata impronta anche nel Museo del Sannio a cui ha dato un ordinamento scientifico corrispondente alle più moderne acquisizioni della Museologia, che prendono in considerazione ogni branca della evoluzione di una civiltà territoriale notevole ed estesa come quella del Sannio.
E fu il Prof.Galasso a proporre nel 1988, per la prima volta, al mondo degli studiosi l’ipotesi che durante la iniziale diffusione del Cristianesimo il culto di Iside a Benevento sia stato programmaticamente ridotto a una ‘setta demoniaca’.
L’idea fu sconvolgente perché sovvertiva ogni studio precedente.
Ma aprì nuove prospettive di indagine sui seguaci di quel culto che furono costretti a praticarlo in segreto nelle boscaglie del fiume Sabato, e soprattutto sulla sorte dei loro templi devastati, con il prezioso corredo sacro - obelischi, rilievi simbolici e sculture - sfregiato e reimpiegato come semplice materiale da costruzione.
Nel saggio introduttivo del Catalogo della Mostra Streghe, diavoli e morte da lui organizzata appunto nel 1988 nella Rocca dei Rettori, il Professore Galasso individuò infatti la sorprendente continuità di aspetti formali tra la figura di Iside e quella della Madonna: Isis lactans che porge il seno scoperto al figlio Horus, rimpiazzata verso il secolo IV dalla Madonna, rappresentata a Benevento quasi sempre con il Bambino in braccio e col seno scoperto!
Di qui la sua proposta che da tutto questo sia derivata la ben nota "leggenda delle streghe di Benevento", una leggenda estranea alle persecuzioni di donne messe al rogo in tutta Europa, e invece fonte di letteratura e arte affascinante.
Tale ipotesi è stata definitivamente accolta dagli ambienti scientifici internazionali con la grandiosa Mostra Iside, il culto, il mistero, la magia (Milano, Castello Sforzesco, 1977), in cui furono protagonisti i reperti isiaci del Museo del Sannio.
Quanto alla Sezione Egizia del Museo del Sannio, oggi è collocata nell'edificio della Prefettura, nella parte destinata al Museo Arcos.
Gli spazi espositivi sono appena sufficienti, non consentono fra l’altro di leggere le iscrizioni in caratteri geroglifici delle quattro facciate dell’obelisco egizio (l'altro è collocato in Piazza Papiniano), né di ammirare tutte le opere da ogni lato.
Le opere inoltre sono ubicate nei sotterranei, dove non ricevono la luce diretta, che avrebbe sottolineato meglio le forme simboliche volute dagli artisti che le realizzarono, ed esaltato la bellezza dei marmi policromi.
Ma questo è, ed evidentemente non c'era altra possibile e migliore sistemazione, dopo l'abbandono della sede principale del Museo del Sannio.
Ma pur rimanendo l'insieme di sculture ed elementi architettonici egizi e neoegizi ritrovati al di fuori dall'Egitto più importante al mondo, e pur essendo per giunta posizionato a stretto contatto con il passeggio cittadino, il valore della sezione Egizia del Museo del Sannio non è ben conosciuta ed apprezzata nemmeno dagli stessi nostri concittadini.
E certamente meriterebbe un po’ di attenzione in più da parte di tutti.
Rimane d'obbligo, quindi, l'amara considerazione che non ci sia un apparato economico, organizzativo, strutturale, proporzionato e capace davvero di valorizzare la straordinaria ricchezza di opere d’arte della nostra città e più in generale del nostro paese.
Ma di questo, magari, parleremo in altre occasioni.
Per ora vi diamo parte dell'intervista concessa dal Prof. Galasso e preannunciamo il nostro articolo su Iside, che sarà pubblicato sul prossimo numero di TEMA magazine.
E non parliamo solo di Iside.
Vi è anche di Domiziano, infatti, un Imperatore che si atteggia a Faraone e che fa costruire un Tempio di Iside a Benevento, crocevia dei due mondi di cui si ritiene padrone unico ed assoluto.
Parlamo del mito delle streghe che nasce dai riti isiaci presenti ancora durante il periodo longobardo e parliamo del culto della Madonna, che viene appunto rappresentata qui a Benevento con il seno scoperto nell'atto di nutrire il Bambino, così simile all'Iside Lactans venerata nel suo tempio.
E parliamo di Rutilio Lupo, beneventano, industriale dei laterizi, costruttore, ben accreditato ed influente anche presso la Roma Imperiale ed i suoi imperatori.
Su tutto aleggia una Benevento, fulgida e splendente come mai, nella Roma imperiale.
Benevento con il suo Tempio di Iside, il Teatro, l'Anfiteatro, il Foro, la Via Appia rinnovata da Traiano, tanto importante e significativa nel suo nuovo percorso fino a Brindisi da meritarsi addirittura un Arco trionfale ad imperitura memoria.
E ancor oggi è lì a ricordare al mondo intero quanto grande e importante fosse all'epoca la nostra Benevento.
Al prossimo numero di TEMA Magazine, dunque, in edicola ad aprile.
Ed ancora grazie al Prof. Elio Galasso che speriamo di incontrare ancora, magari su altri argomenti.
le foto sono state riprese su concessione del Museo del Sannio che rimane titolare di ogni diritto;
ne è vietata quindi la riproduzione e diffusione;
Toro Apis
Particolare della statua di Domiziano, in veste da Faraone
Sacerdotessa di Iside
Dio Horus
Una delle sale della Sezione Egizia nel Museo Arcos
Sacerdoti di Iside
Toro Apis
Testa di Iside
Sacerdote di Iside
Barca della Iside Pelagia, protettrice dei mari
Cista mistica
Uno dei due obelischi che erano posizionati all'ingresso del Tempio di Iside
L'obelisco in Piazza Papiniano
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