Riceviamo da Barbara Giorgi in data 24-03-2014 23:39:06
e pubblichiamo in data 25-03-2014 ore 07:44:10
Salve. Leggo che avete attribuito il monologo CHIAMATEMI STREGA,
di cui sono autrice, a Franca Rame. Si tratta del monologo da me scritto
e dedicato alla grande attrice e pubblicato nel suo blog, tuttora
presente con oltre 19.000 letture (bastava controllare nel suo
blog: risulta il MIO NOME associato al testo). Io sono blogger e
scrittrice toscana e il monologo risulta pubblicato nel mio libro
omonimo CHIAMATEMI STREGA, pubblicato sul sito LA FELTRINELLI.
Attendo urgente riscontro da parte vostra per motivi di mio
copyright. Barbara Giorgi.
Ci scusiamo con la sig.ra Giorgi per l'involontario errore ma
noi abbiamo riportato quanto riferito durante l'incontro da
chi ha letto, a sua volta, il brano.
In ogni caso confermiamo quanto sostenuto dalla sig.ra Barbara
Giorgi e cioè che nello stesso sito di Franca Rame
http://www.francarame.it/it/node/1835 si legge chiaramente :
"CHIAMATEMI STREGA - un bellissimo Monologo di Barbara Giorgi
scritto per Franca Rame
Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo.
Potete chiamarmi Strega..."
D'altra parte chi volesse consultare il blog della Sig.ra Giorgi
http://barbara-giorgi.blogspot.it/ può ricevere conferma
ulteriore di quanto asserito.
Questo il testo del nostro articolo, rettificato come richiesto :
Non importa chi sono, Non importa come mi chiamo, Potete chiamarmi strega, Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo, vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo...”, con questi versi tratti dal bellissimo monologo CHIAMATEMI STREGA di Barbara Giorgi scritto per Franca Rame, si è concluso l’incontro “Stalking, mobbing e diritti … dalla parte delle donne” voluto dall’associazione Simposio delle Acli che ha da pochi giorni aperto uno sportello di ascolto, Do.Im dedicato alle donne immigrate, ma non solo, anche a tutte coloro che sono in stato di bisogno ed hanno necessità di essere ascoltate.
Si era aperta con un intervento di Maria Rosaria Marotti, del team didattico del Rampone che ha guidato i suoi allievi, Elvio pio Riveruzzi e Claudia Lombardi alle letture, nella drammatizzazione di una parte della pièce “Tratti di donne” che, a partire dalle crude parole di un articolo di giornale è giunta alle parole d'amore delle poesie di Prvert.
La politica dell’ascolto che si affianchi alle buone pratiche è stata invocata per far rete tra le associazioni e cercare di portare una speranza futura a chi è vessata, abusata umiliata e aiuto è stato chiesto all’assessore Emilia Maccauro, per poter continuare a tenere in vita un progetto destinato a soli tre mesi di vita perchè finanziato con tremila euro nell’ambito della Micro-Progettazione sociale del Cesvob 2011.
Presenti, nella gremitissima sala del Cesvob, delegazioni di associazioni che si impegnano al fianco delle donne per difenderne la dignità. Il Gruppo Exit di Benevento con fiocchi rossi a ricordo di Franca Rame che è ideale di vita per tante donne cui ha ridato dignità di pensiero, il gruppo Donne Amiche di Montesarchio, ma anche i presidenti e i rappresentati di enti ed istituzioni da Pasquale Napolitano, presidente delle Acli a Ennio Cicchiello, Mario Zoino.
Dopo i saluti di Filiberto Parente, presidente Simbosio Acli e del Presidente Cesvob Antonio Meola, gli interventi di Emilia Maccauro, assessore alla Trasparenza e alla legalità, Formazione e Lavoro, Pari opportunità del comune di Benevento, Pina Pedà coordinamento Donne Acli, la psicolga Laura Napolitano e l’Avvocato Sabrina Ricciardi, il Vice Questore di Benevento, Giovanna Salerno. Tutti interessati a portare avanti “un progetto di condivisione di idee da mettere in rete per fare gruppo” ha detto il vice presidente Cesvob Anita Biondi, per trasmettere vicinanza a chi subisce violenza che non è solo femminicidio, ultimo gradino di una escalation fatta di piccoli gesti che non sempre si riconoscono come portatori di violenza.
Approfondite le relazioni che hanno tentato di far capire la differenza che esiste tra stalking e mobbing”parole moderne per reati antichi”, per far nascere i centri di ascolto, per creare rete che sia quanto più vicina a chi ha bisogno di ascolto sincero e di risposte precise. T
anti i temi sul tavolo dei lavori che verranno trattati uno per uno, questa la promessa, nel corso di prossimi incontri.
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