E’ presentato dal Comitato di quartiere Rione Libertà, è il racconto emozionale di Nino Musollino, che ha scritto, come recita l’esplicativo sottotitolo “fatti accaduti in via Bari, Via Salerno e dintorni”.
E’ dedicato ai nipoti e a Maria che “il suo angelo custode ha rapito, portandola in cielo”, ma anche a “tutti quelli che hanno pianto, almeno una volta, per un’emozione”.
“Le pagine che scriverò - si legge nella prefazione curata dallo stesso autore – non parlano di guerre e di terre lontane, non parlano di genti famose”, raccontano, invece, vicende rimaste vive nella memoria di chi quei giorni li ha vissuti, ”ricordi soggettivi, a volte confermati dal confronto con altre persone”.
E la narrazione ha inizio da una città distrutta dai bombardamenti e poi passa attraverso i finanziamenti statali che diedero vita alla costruzione del Rione Libertà.
Un rione nuovo, dalle strade in terra battuta che spesso si trasformava in fango, ricorda l’autore.
Poi la costruzione della Chiesa di San Modesto e la realizzazione del grande quadro che affascinava i ragazzini e l’alluvione del’49 che portò tanti residenti del rione Ferrovia a vivere al rione Libertà, nelle cantine, per l’occasione adibite ad appartamenti.
Ricorda gli odori e i sapori del tempo, Musollino, descrive i tanti personaggi diventate figure dell’immaginario collettivo.
“Macchione che indossava sempre una tuta, Mast’Antonio ‘u scarparo, dal banchetto itinerante secondo dove trovava il fresco in estate e il caldo in inverno.
Tanti i venditori di Via Bari che erano soliti esporre la mercanzia su banchetti improvvisati: c’era il fotografo Alfonso Liguori accanto a Rafel ‘o pisciaiuolo, e Don Luigi ‘u napulitano che impastava farina e lievito per preparare zeppole che vendeva al grido “so’ chiene ‘e peep” e intanto, Zi Pietro e Zi Angelina vendevano castagne . “Gli amici di Via Salerno – continua il ricordo – erano un po’ più turbolenti”, tra questi Ugariello, al secolo Luca Ciancioli, fruttivendolo con sua madre Anna, c’era Peppe o Zuopp che vendeva carbone e aveva come concorrente il signor Barricella che vendeva, però, solo rifilature di legno e c’erano i lattai, zi Fiorina e zi Antonio.
Tanti i ricordi, impossibile citarli tutti, e tanti i maestri di vita tanto cari ai ragazzi di allora come le sorelle Tiseo e il barbiere Osvaldo Coretti e anche il professore Leone.
Molto spazio l’autore ha dato anche alle suggestioni politiche del tempo, ai comizi prima delle elezioni, ai colleghi di lavoro, all’orgoglio di essere delle Palazzine.
Il libro si legge con estrema facilità e con la curiosità di ricercare i personaggi più noti. Merito va, quindi, a Nino Musollino di aver raccolto la memoria storica di gente comune, di fatti minimi che sarebbero ben presto stati dimenticati e che sono, invece, parte integrante del nostro passato comune.
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