Cosa succede in una storia se dal ciocco di legno nasce la fata Turchina che viene nominata Fata Tronchetto e se Pinocchio viene comprato da IKEA?
Cosa succede se il gatto e la volpe sono l’alter ego l’uno dell’altro e il primo si fa prendere da attacchi di buonismo?
E se tra Geppetto che scopre la strana capacità di far nascere dal legno la donna scelta da Mastro Ciliegia e questi che la vuole “ bella e sex”( mutuando dal tormentone che spopola sul web), arrivano Brontolo che è una “brontola” alla ricerca della famiglia perduta e un Cappuccetto Rosso che ha perso l’aurea della bontà?
Semplicemente siete capitati in “Pinocchio e la fata Tronchina”, una trasposizione della giovanissima compagnia LiberaMENTE, andata in scena allo Spazio culturale Magnifico Visbaal.
Li avevano incontrati per caso presso la sede Auser (dove hanno tenuto le prove di una messa in scena che nasce solo dalla passione di fare teatro) messo a disposizione del presidente Giuseppe Iodice che li ha sempre sostenuti e ci avevano meravigliati per la loro caparbietà e la loro consapevolezza.
“Il loro nome - ci aveva spiegato in quella occasione il presidente - nasce dal fatto che ogni anno organizziamo una raccolta fondi per Libera e questo è stato coniugato all’idea di libertà che il teatro trasmette tanto da liberare le menti”.
Caparbietà e consapevolezza confermate negli ultimi giorni, quando, come capita anche alle più storiche compagnie si sono trovati a scontrarsi con intoppi burocratici che hanno obbligato a spostare di qualche giorno la data della prima.
Era stato loro promesso, infatti, il Piccolo Teatro Libertà, la struttura teatrale che l’amministrazione comunale aveva realizzato proprio per venire incontro alle esigenze dei giovani e dove furono tenuti due laboratori di teatro sociale, il progetto SLANG e KAY che miravano proprio alla inclusione dei giovani delle periferie, ma nessuno si è premunito di avvertire che quella struttura pubblica aveva, in realtà, un costo che difficilmente si sarebbe potuto sostenere.
Non si sono persi d’animo i giovani attori e guidati dai registi, pari inter pares, Gaya e Davide, hanno chiesto ospitalità a Peppe Fonzo (con il quale un paio di loro svolgono regolarmente attività laboratoriale di teatro).
Proprio il presidente del Magnifico Visbaal li ha presentati al pubblico ( due serate da tutto esaurito tanto che si pensa ad una terza replica ) esprimendo grande soddisfazione perché “ sono tutti giovani e innamorati del teatro e in qualche modo costituiscono una speranza di un futuro migliore”.
Tutti molto attenti, presenti nel proprio ruolo con qualche punta di assoluta eccellenza per una drammaturgia ben intrecciata che a partire dalla più classica delle favole, contestualizzandola alla realtà contemporanea, è riuscita a toccare diversi aspetti della società.
Il futuro di questa giovane compagnia?,
Riproporranno questa piéce pensando anche ad una proposta per le scuole e poi, già dalla prossima estate, si metteranno allo studio di una nuova drammaturgia.
“Pensiamo ad un classico - dicono quasi in coro Gaya e Davide – Shakespeare, per esempio, da affrontare in maniera leggera e divertente!”
Il consiglio? Continuare a percorrere l’affascinante e tormentata strada del teatro, la loro passione e l’indubbia capacità di alcuni di alcuni di loro lo impone!
Questi i loro nomi: Gaya Caruso, Davide Mazzone, Davide Zarrillo, Alessandro Stefanucci, Cristian Mazzone, Alessandro Cimino, Annapia Ciampa, Jessica Rossi, Haidy Liberatore Fusco, Giuseppe Ciampa, Ilaria De Pierro, Raffale Parlato e alla parte tecnica, Stefano Varricchio.
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