
Scenografia, costumi, luci e colori bellissimi, evanescenti, primaverili, leggeri messi lì quasi per alleggerire il fardello di una condizione femminile gravosa, pettegola, e subordinata all'uomo padre - padrone - amante - marito che ancora una volta prevarica per posizione sociale e non per meriti ,per apparire e non per essere, per dovere e non per piacere.
Ottima anche la musica. (Luigia Spagnoletti)
Mi è piaciuta molto la rappresentazione di Liolà ieri al S.Ferdinando: la scena colorata dava l'impressione di trovarsi in un prato di papaveri e quando quello non è servito più è stato uno splendido spartiacque tra l'in scena e il fuori scena.
L'impianto corale del testo e l'aggiunta del canto ha reso la vicenda che come sempre in Pirandello è controversa, quasi leggera. Ma leggibilissima è risultata la condizione delle donne che ancora in pieno '900 stentavano ad assumere una fisionomia autonoma. Oppresse da padri e mariti padroni, acquistavano un certo valore solo come mogli e madri. (Ornella Verusio)
Bello spettacolo, il protagonista Massimiliano Gallo/Liolà da vero guitto napoletano calza pienamente la maschera pirandelliana, con un'allegria fragile, venata da malinconia. La cristallizzazione sociale umilia i tentativi di emancipazione degli umili e costringe anche i signori, attaccati alla roba, come sanguisughe, ad accettare il gioco delle parti. Alla fine tutti sanno che la forma è finzione e ognuno si accontenta. La scenografia ha trovate spettacolari e a volte si ferma in quadri sospesi. Un unico atto che scorre senza pesare e con qualche risata liberatoria. (Paola Bagnoli)
Nell'accostarsi ogni volta ad un testo di Pirandello la sensazione resta sempre quella del " sospetto".
Mi spiego: cosa vorrà farci capire della natura umana?
In Liola' sembrerebbe la cupidigia e la avarizia di zio Simone ma anche la spregiudicatezza e la prorompente vitalità di Liola' ed in ultimo ma non per importanza della rassegnazione delle donne costrette nel ruolo di mogli e madri.
Il bello di questa rappresentazione a cui abbiamo assistito è il clima quasi giocoso rappresentato ed accompagnati dalle musiche e le canzoni mentre gli argomenti erano fortemente e per l'epoca"scabrosi". Alla fine il dramma, che pure circonda tutta la storia, sfocia in una trovata registica che rasenta il marionettismo con Liola' che, colpito al cuore dalla amante tradita, si trasforma in novello "pinocchio" circondato e supportato dai suoi figli. (Angelo Miraglia)
Non sempre si possono soddisfare i gusti di tutti e raggiungere un giudizio unanimamente condiviso.
Quando però c'è tanto lavoro si vede e si apprezza sempre, come in questa rappresentazione di stasera, da una scenografia stavolgente.
Si, stravolgente perché cambia non certo il senso ma il fine dell'opera, alleggerisce il dramma: fa perno sui balletti, i cori, il tappeto come un prato fiorito...
Sembra quasi che tutte quelle luci consolino per la sofferenza di un mondo in cui l'uomo opprimeva la donna, la vecchiaia denigrava la gioventù, l'avere contava più dell'essere.
Il regista Arturo Cirillo vorrebbe farci credere che era solo un tempo lontano rappresentato da Pirandello su carta.
E ora...reso diverso solo da un pensiero artistico. (Giualiana Bagnoli)
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