“Giustizia è per me poter guardare negli occhi di chi ha sbagliato e si e pentito, condividere il dolore, dare risposte, riceverne, ascoltare, essere ascoltata” così si è conclusa la due giorni di Agnese Moro a Benevento per una iniziative del Rotary Club, stamattina l’incontro con i ragazzi del Liceo Giannone.
Il ricordo del padre nel suo libro’ Un uomo così’. L’incontro è stato aperto dal dirigente scolastico Norma Pedicini e da Enza Nunziato, subito dopo , il ricordo di Amerigo Ciervo che gli anni di piombo li ha vissuti e ha lasciato un suo personalissimo ricordo alla signora Moro. “
Il 1978, anni lontanissimi di voi – ha detto all’affollata platea di giovani studenti, tanti altri collegati in video conferenza. Anni in cui lo statista comprese la necessità di nuove aperture al PCI di Berlinguer per tentare di uscire fuori dal tunnel di una grave crisi economica. Ricordo il suo arrivo qui, a Benevento il suo discorso al Massimo quando disse, riferendosi all’attacco a Casalegno della Stampa di Torino, avvenuto un paio di giorni prima. ‘Quello che voi siete, abbiamo contribuito a farvi essere’.
Poi le parole di Agnese, aiutata da slide che mostravano fotografie di un uomo così, un uomo normale, capace di portare i figli a circo, raccontare storie, accompagnarli al mare, anche se vestito di tutto punto ‘ perché era consapevole di rappresentare la dignità di una nazione’, intervallate alla lettura di una delle ultime lettere di Moro, quando già prigioniero delle Brigate Rosse, era ormai certo che non sarebbe tornato alla sua famiglia, alla sua gente. Senza retorica, pur se con qualche momento di commozione, la mattinata è scorsa via tra simpatici aneddoti e racconti di una vita che, nella sua eccezionalità, era semplice e dedita alla famiglia, in un racconto intimista che perla di vacanze e momenti di libertà sempre alle prese con montagne di giornali, di attenzione a quanto succedeva nel mondo’.
Un Aldo Moro dedito all’insegnamento, ‘perché si sentiva vicino al mondo dei giovani’ e che a chi gli chiedeva del perché continuasse ad insegnare rispondeva c ‘ ho iniziato credendo di ricercare un dialogo disinteressato e cordiale con i giovani’( da una letetra del 1970 a ad Antonio Secchi).
”Sono stati quattro i bivi di fronte ai quali mio padre ha dovuto operare una scelta – ha continuato Agnese Moro -che lo ha portato ad essere quello che era, probabilmente ‘un rompiscatole’ per la DC a causa delle sue aperture ai giovani e alla sinistra, ma un uomo di grande valore morale".
”Ogni vita fa la differenza” questo l’insegnamento dello statista lasciato ai figli e alle future generazioni perché ognuno è chiamato a svolgere il suo preciso ruolo nella società.
Poi il dibattito è continuato con le domande degli alunni , precise e pertinenti alle quali la signor Moro non si è sottratta, mentre si aggiungeva un nuovo tassello al fardello dei suoi ricordi, il manoscritto che l’onorevole Ricci, che conosceva bene Aldo Moro, scrisse poco dopo la sua brutale uccisione e che gli è stato consegnato dalla emozionatissima figlia Marina.
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