Quale può essere il desiderio di giustizia di un padre di fronte all'efferato omicidio della figlia?
Quanto riuscirà ad arrendersi alla ‘Bestia che è dentro di lui e che grida vendetta assetato di sangue?
Questo e tanto di più nell'ultimo libro d Simonetta Santamaria, ‘Io vi vedo’ edizioni Tre60, che sta ottenendo un grosso successo piazzandosi ai primi posti nelle vendite.
Libro dalla scrittura scorrevole, gradevole con intrecci di storie e di fatti su più piani, parole che rivelano competenze in tanti campi (nei ringraziamenti l’autrice poi rivela l’aiuto avuto da medici, poliziotti,persone che hanno messo a sua disposizione le proprie competenze ed hanno permesso la realizzazione di pagine precise in ogni dettaglio).
Diverse possono essere le chiavi di lettura di un libro che ‘prende ‘ già dalla lettura delle prime righe: è innanzitutto thriller con la storia, di un padre, Maurizio Campobasso, dell’uccisione di sua figlia, del mistero che circonda la vicenda e che si snoda tra colpi di scena, in un crescendo di tensione per un epilogo, in un certo senso, inatteso.
E’ anche racconto della quotidianità fatta di gesti, di piccole cose, di vita familiare ricordata, all’improvviso spezzata da un dolore che allontana lei da lui, permette nuovi spazi, nuove consapevolezze e lascia l’amaro in bocca( a pag 359 si legge ”non era entrata in sintonia col suo dolore, troppo presa a difendersi dal proprio. Ora temeva lo spettro dell’eterno ricordo di un errore che non si sarebbe mai perdonata).
È racconto di Napoli e delle sue suggestioni, le leggende (il respiro della montagna) i personaggi,come il pizzaiolo Gennaro, che messi qua e là tra le righe sembrano essere il mezzo per allentare un po’ la tensione o per narrare che il mistero, il dolore, il senso dell’impotenza sono elemento costante della vita.
E’ storia paranormale perché attraverso l’elemento di una parte di sé ormai lontana dal sé, quell’occhio perso in un attentato e conservato in formalina, Maurì, come lo chiama la collega Todisco, si sdoppia e riesce ad entrare in contatto con chi è oltre, con chi è stato ucciso per mano violenta e deve ottenere giustizia per andare via e non essere costretto in una sorta di limbo.
Si scopre così un pedofilo che aveva abusato e uccisa una bimba di cinque anni e soprattutto si trovano le tracce di chi, e qui la sorpresa, è stato artefice della morte di Lucia, personaggio molto più vicino al protagonista di quanto ci si potesse immaginare. Il libro è, però, anche viaggio nell’abisso, quello più profondo perché abisso dell’anima ed è storia intimista, le pagine forse più belle, che, differenziate dalla scrittura in corsivo, raccontano del dramma dell’uomo che desidera avere giustizia per sua figlia e si perde nei meandri della sua coscienza, si trasforma da impeccabile servitore dello Stato in un omicida e, questo scopre nel’abisso della sua anima, capisce che, in realtà, desidera la vendetta, lo stesso kanùn, la vendetta albanese che gli ha portato via la sua Lucia.
L’epilogo, una sorpresa, lascia qualche domanda sospesa, lacrime di dolore, di pentimento e una certezza su quanto può osare un padre per vendicare la morte di sua figlia.
Simonetta Santamaria è scrittrice di thriller e horror, giornalista, amante dei gatti e delle orchidee.
Ha vinto l’XI edizione del Premio Lovecraft e il Premio Fantastique nell’ambito del I Fantasy Horror Award e partecipato a numerose antologie di prestigio.
Tra i suoi scritti ‘Donne in Noir’ (Il Foglio Letterario) e l’e-Book ‘Black Millennium’ (La Tela Nera).
Ha scritto saggi illustrati, ‘Vampiri - da Dracula a Twilight’ e ‘Licantropi - i Figli della Luna’ (Gremese) che sono stati tradotti in Francia e Spagna. Il quotidiano La Repubblica l’ha definita una delle “signore della suspense made in Naples” mentre per il Corriere del Mezzogiorno è “lo Stephen King napoletano”.
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