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Breve storia del segnalibro di Massimo Gatta
     
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gio 16-01-2020 16:08, n.12863 - letto 7588 volte

Breve storia del segnalibro di Massimo Gatta

Per la rubrica Letto per voi

di Elide Apice

Un libro che parla di segnalibri, della loro origine, delle loro funzione, corredato da una ampia sezione iconografica e basato su una attenta ricerca bibliografica.
E’ “Breve storia del segnalibro” di Massimo Gatta(edizione Graphe.it) che traccia un percorso attraverso l’uso del segnalibro.
Da quando si usa leggere è certamente esistito un segnalibro e se l’iconografia del passato o le narrazioni tra le quali anche le parole del Manzoni ci riportano al dito indice tra i fogli di un libro, da sempre si sono utilizzati diversi mezzi per indicare il punto in cui si è giunti con la lettura e tra questi la vituperata orecchietta.
La testimonianza più antica è nelle manicule disegnate ai margini di manoscritti del XII secolo, ma anche nastrini di seta o pezzi di stoffa o semplici cartoncini.
A mali estremi rimedi estremi ed ecco che quando non si dispone di nulla c’è la possibilità di utilizzare il biglietto del treno, un pezzo di carta senza naturalmente arrivare alle esagerazioni di cui ci testimonia l’editore Gaetano Volpi che nel ‘700 parlava di drappi e carte in gran quantità usate come segnalibri, ma anche, di “stagnuoli battuti” che deturpavano lo scritto, così come Giuseppe Fumagalli testimonia non senza senso di orrore nei suoi Aneddoti bibliografici dell’utilizzo di fette di salame usate come segnalibri da parte di Antonio Magliabiechi che se ne cibava ordinariamente.
Tante le fogge dei segnalibri, alcuni realizzati da grandi disegnatori, altri di anonimi ideatori, alcuni commissioniate da aziende come, ad esempio, la Perugina, e spesso prodotti dalle stesse case editrici a complemento del libro (come nel caso del libro in questione) fino ad arrivare al moderno segnalibro, l’e-bookmarkets che permette di segnare il punto di lettura sullo schermo di un pc.
Il segnalibro ha per l’autore anche una accezione filosofica e simbolica proprio come elemento paratestuale che permette al lettore la stretta connessione con il libro che sta leggendo, dandogli la possibilità di ritrovarsi nello stesso punto in cui aveva abbandonato la lettura.

 
 


 

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