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"Storie del tempo liberato" di Amerigo Ciervo
     
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ven 22-05-2020 08:28, n.13076 - letto 6729 volte

"Storie del tempo liberato" di Amerigo Ciervo

Per la rubrica letto per voi

di Elide Apice

Si intitola “Storie del tempo liberato. Scritti sparsi sulla scuola e altri amori” il libro di Amerigo Ciervo edito da Delta3.
Il tempo liberato è il suo, docente stimato di storia e filosofia recentemente andato in pensione, ma è soprattutto il tempo liberato della scuola nel significato originario della parola σχολή, appunto, “tempo libero” dedito alla riflessione e al confronto con i maestri.
Nel testo trovano spazio, mescolando come suo solito “l’alto e il basso e il serio e il faceto”, tutte le sue passioni: la scuola, prima di tutto, ma anche la famiglia, gli amici, la ricerca musicale che lo riporta ancora allo scuola per lo studio indefesso dei testi e degli autori.
L’intero libro sottende a una critica nemmeno tanto velata alla attuale situazione scolastica messa in discussione nel metodo da chi ha conosciuto le diverse declinazioni dell’insegnamento e che mal accetta certe imposizioni di ordine burocratico “che – ha dichiarato in una intervista- sembrano rispondere a ordini impartiti dall’alto”.
Eppure, si legge nell’introduzione firmata dal collega e amico Nicola Sguera, “per cambiare i “costumi” degli Italiani, ripete spessoAmerigo, sarebbe necessaria una riforma della scuola, che ha tradito la sua missione come “tempo libero” (e li-berato)”.
E ancora Sguera definisce Ciervo un parresiasta, un punto di riferimento capace di coniugare rigore morale, affabilità e parresia, “termine greco (magistralmente analizzato da Foucault) che indica quella sorta di coazione a dire la verità all’interno della propria comunità di appartenenza: a qualunque costo”.
Il libro, diviso in tre parti, vede nella prima la traduzione di Blackbird dei Beatles, diventato "L'uccello nero" e metafora di “esortazione ad aprire le ali e ad imparare a volare, un testo in cui c’è tutto il senso dell’esperienza scolastica intensamente vissuta”.
Interessante per la carica emotiva l'epistolario con alcuni dei suoi allievi, alcuni lontani nel tempo, altri più giovani, tutti però pronti a ricordare la carica umana di un professore pronto a scendere in gioco con gli alunni, attento ai bisogni di chi gli era affidato per "essere tirato fuori dalla caverna".
Scrive Ciervo “È possibile che un epistolario aiuti a uscire dal nascondimento la persona. Di certo ne racconta una fetta di mondo”.
Commovente l'omaggio a Carlotta (il testo non cita i cognomi dei ragazzi), ma tutti sappiamo a chi il professore Ciervo ha indirizzato le sue parole.
La seconda parte "Altri amori”, parla delle tante passioni di Ciervo, naturalmente l'amore per la filosofia a partire da Pulcinella, "il santo patrono della filosofia" (pag.149), per la sua famiglia, i ricordi legati ai Musicalia, il racconto dei miti e naturalmente del calcio in un capitolo intitolato “Platone e Totti”.
Divertissements sono il fil rouge della terza parte dedicata ai ricordi di vita, di Natali passati, di personaggi della sua Moiano.
L'ultimo capitolo è una simpatica e meditata storia della filosofia per acrostici, uno per tutti “Per L’ Amore Trascura Orizzontali Naturali Esperienze” dedicato a Platone di cui modifica e contestualizza, nelle conclusioni, il Mito della Caverna adattandolo ai tempi correnti.
Un libro piacevole scritto da chi crede davvero nella possibilità di un mondo migliore e soprattutto nella possibilità di una scuola migliore.

 
 


 

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