Un infinito mare carminio è il mare dei papaveri, si legge nella prefazione di Michela Buonagura, “come simbolo di libertà e di consolazione” che si esprimono in narrazioni dal tocco semplice di grande profondità.
Narrazioni che restituiscono a chi legge le atmosfere di tempi passati e ancora vivi nei ricordi o momenti del presente non sempre felice, nel tentativo di superare il pessimismo e trovare il senso della speranza.
Questo in “Un infinito mare carminio” (Michelangelo 1915 editore), lavoro di Adelina Mauro che ha raccolto parte degli scritti, alcuni dei quali giù pubblicati in antologie, con l’intento di realizzare un’opera il cui intero ricavato sarà devoluto in beneficenza.
E sono racconti che in prevalenza parlano di donne, della loro capacità di prendersi cura, ma anche di un quotidiano non avulso dal male: la droga, un amore tossico, il covid, l’Alzheimer, il cancro sempre in agguato nella vita di ognuno, o al contrario la capacità di amare al di là di ogni limite.
In copertina un bellissimo dipinto di Eduardo Amato, “Passeggiata nella neve” che come afferma l’autrice in una intervista, è stato scelto da Luigi Romolo Carino “i cui scritti mi fanno battere il cuore, per le lezioni belle al corso di scrittura creativa”scrive grata nei ringraziamenti finali.
Trenta i racconti pubblicati da “Spes ultima dea" a "Buio a mezzogiorno", "Il torrone che sa di mamma", "La bambola", "Una vita abusata", "L’attesa di un’alba nuova", "L’amore è come un fiore", "Miracolo di Natale" a tanti altri titoli ognuno evocativo di un momento particolare ma tutti intensi, delicati nella narrazione, profondi nei sentimenti, tanto che è difficile sceglierne in particolare.
Tutti partono dal cuore e al cuore ritornano per una bella prova d’autore che denota una profonda sensibilità e una spiritualità capace di connettere Adelina Mauro alle anime del mondo e ai suoi lettori.
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