Ci siamo conosciuti con Gaetano ai tempi del Ginnasio. S’era appena trasferito da Monza, non conosceva nessuno, legammo subito. Io ero molto magro, lui era ben in carne, quando stavamo insieme eravamo ridicoli. Ma mai nessuno ha osato prenderci in giro perché oltretutto Gaetano era anche molto robusto e suscitava un certo naturale rispetto.
Studiavamo spesso insieme, quasi sempre a casa sua dove, inevitabilmente, fui accolto con grande affetto anche da tutta la famiglia. La madre - signora Olga, ben presto divenne per me la “Nonna Olga” perché in casa sgambettava la piccola nipote Maria Letizia e poi anche l’altra nipote Alessandra. Maria Letizia finiva spesso in mezzo a noi mentre studiavamo, era inevitabile ed abbiamo passato insieme davvero tantissime giornate, tutte bellissime. Giornate fatte da poche cose ma anche dalla familiarità con Nonna Olga, con le sorelle Cecilia e Milla, con Pellegrina che governava la casa.
Spesso eravamo in giardino, quello che dà su Santa Sofia, con i tigli che profumavano il vicinato fino alla Piazza Risorgimento e lì abbiamo consumato i giorni più belli che portarono all’esame di stato. Si iniziava alle cinque del mattino nel tentativo di recuperare qualche ritardo patito durante l’anno. Alle sette puntualmente arrivava il panino con frittata fumante che la Nonna Olga si premurava di prepararci, diviso in due porzioni; la più grande era per me che ai suoi occhi dovevo crescere ancora. La più piccola era per Gaetano che doveva invece dimagrire; ma appena la Nonna Olga si allontanava le porzioni si invertivano e non avevo certo modo di protestare.
Nel giardino stazionava stabilmente anche Furia, un bell’esemplare di doberman che era molto legata a me che ero stato tra i primi ad accoglierla da cucciola. Non mancavano le escursioni nella cantina che si estendeva sotto l’intera superficie della casa; vi erano provviste di ogni genere ma l’attenzione andava sempre ad un camminamento in direzione della Piazza Piano di Corte che, verosimilmente, doveva collegare la casa di Gaetano ad altre strutture.
Andavamo ovviamente sempre in giro, spesso a mangiare qualcosa da don Mimì, che aveva la salumeria all’inizio del Viale Mellusi. Ma tutta la nostra vita si svolgeva insieme, quando si andava in campagna dove la Nonna Olga aveva una tenuta, quando si andava al mare a Termoli. Interminabili le serate passate al CTG con don Luigi Caturano ed i tanti amici che frequentavano la sede su Piazza Sabariani. Poi le gite, a Campitello, a Montevergine, a Monticchio … dovunque ci portava don Luigi, c’era l’occasione di stare insieme.
Poi da più grandi la vita ci ha portato altrove, e lui andò nell’Ufficio Postale di Cernobbio dove per lunghi anni ha prestato servizio.
Ma le giornate passate insieme da giovani ci hanno legati per sempre, sono state le giornate più belle della nostra gioventù, fatte di spensieratezza, di affetti incrociati, di cose semplici ma incredibilmente belle, di sogni, di progetti molti dei quali poi per fortuna realizzati.
Il ritorno prima vicino Benevento e poi in città, hanno visto Gaetano protagonista assoluto dell’Ufficio Postale di Viale dei Rettori dove ha prestato servizio negli ultimi anni. Sempre gentile e disponibile con tutti, il suo sportello era sempre il più veloce e lì ha consolidato tantissime amicizie vecchie e nuove. Tutti d’accordo a considerarlo un amico, un buon amico. E non sarebbe certo stato possibile altro.
Ci siamo rivisti per ultimo nel 2019, abbiamo passato insieme buona parte dell’anno, da primavera ad autunno inoltrato. La casa di Gaetano e Lucia è un po’ fuori mano ma è un posto meraviglioso di cui Gaetano andava fiero, e che lo rendeva ancora felice dopo i tanti anni già trascorsi. Abbiamo passato lì tante giornate insieme, a fare piccoli lavoretti in casa, nel cortile, in giardino, in piscina, a raccontarci dei tanti momenti felici passati insieme, ma anche a fare ancora tantissimi altri progetti per il futuro.
Gaetano era il solito amico, apparentemente burbero, capace anche di rimproverarti, ma sempre pronto a preparare una gigantesca riparatrice insalata di riso - specialità tutta sua, con il solito affetto e buonumore.
Poi la pandemia, la lontananza, la malattia feroce. Ora non c’è più. Il destino ha voluto offenderlo in un modo inimmaginabile con sofferenze, dolori, speranze sempre disilluse, con l’evolversi feroce di un male che non è stato possibile riconoscere in tempo utile.
Non meritava tutto questo, la vita ti chiede tanto ma dovrebbe anche darti qualcosa in cambio. Ma a Gaetano non è andata così. E mancata anche l’ultima promessa di rivederci appena tornato a casa. Io ci avevo creduto davvero. Mi dispiace tanto, amico mio, non doveva finire così.
Ma le belle giornate che abbiamo passato insieme e l’affetto che ci siamo scambiati non ce le toglierà più nessuno. Sarai sempre e soltanto l'amico fraterno dei giorni più belli della mia gioventù !
Che Dio ti accolga con sé.
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