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LA CITTÀ E IL SUO VISSUTO: CONTINUA LA RIFLESSIONE AVVIATA DALL’ANPI SULLA TOPONOMASTICA
     
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gio 22-02-2024 17:02, n.14354 - letto 77 volte

LA CITTÀ E IL SUO VISSUTO: CONTINUA LA RIFLESSIONE AVVIATA DALL’ANPI SULLA TOPONOMASTICA

Si avvia un dialogo con l'amministrazione

dalla redazione


Alcune settimane fa all’interno dell’ANPI Provinciale di Benevento si è costituito un Gruppo di Lavoro al quale è stato affidato il compito di avviare un dialogo con l’amministrazione comunale in relazione alla titolazione di alcune strade e piazze della nostra città. Teresa Simeone, componente del gruppo, nell’avviare il dialogo ha proposto alcune preziose riflessioni soffermandosi soprattutto su quanto sia importante la toponomastica di una città in quanto rivela non solo la storia di un centro abitato ma anche le scelte e il tentativo civico di indicare alla comunità e alle nuove generazioni modelli di vita esemplare. Su questo argomento intendiamo continuare a confrontarci con la cittadinanza per rilanciare una possibile Benevento del terzo millennio. È con questo spirito che di seguito propongo una ulteriore riflessione sul tema che spero possa contribuire ad estendere un sereno e costruttivo dialogo. Quando ci accingiamo ad esplorare il mondo reale (esperienza che caratterizza specie i giovani) ci accorgiamo subito di quanta importanza in esso abbiano assunto le città, quelle in cui molti di noi vivono, che costituiscono il nostro quotidiano ambiente e che, forse proprio per questo, guardiamo un po' distrattamente. La città come l’abbiamo di fronte e come la viviamo non sempre ci proietta in un viaggio nel tempo per capire come si è formata, come ci appare, come può insegnarci a decifrare quei luoghi che la sua storia ci ha conservato dal più lontano passato e che la contemporaneità ci propone in una immagine non sempre comprensibile immediatamente. Che cosa è la città se non uno spazio fisico, un luogo dove si vive, si ama, si studia, si lavora, si costruiscono percorsi di vita e progetti complessivi. La città è una immagine della contemporaneità, intesa come somma delle criticità che dominano il postmoderno. I suoi molti centri e le sue periferie, con i degradi e le eccellenze, con i modelli di comportamento e gli adattamenti che i cittadini vivono ai fini della sopravvivenza e dell’affermazione, rappresentano il paesaggio in cui tutti, specie i nostri giovani, crescono e sviluppano categorie di pensiero, catturano modelli e maturano comportamenti e convinzioni. La città, nella sua apparenza multiforme, non è solo luogo di paura, giungla insidiosa, è anche ammaliatrice, foresta di simboli e di tentazioni, luogo ove è facile perdersi, riconoscersi, trovare rifugio, è pure una grande fonte di ispirazione per l’arte e per la narrativa. Si pensi ai grandi film come Caro Diario di Nanni Moretti che nell’episodio in cui gira in vespa ci porta a spasso nelle vie e nelle periferie agostane di Roma. O, ancora, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, dove le immagini della città, magnifica e silente, narrano una successione di eventi dominati da inutilità e noia. La città si è sempre aperta e si è sempre offerta come un inesauribile intreccio di vite, ha generato delle esperienze che hanno rappresentato e che rappresentano la complessità della condizione di vita urbana. La città è un organismo che viene dal passato, vive nel presente e ci proietta nel futuro nel suo continuo raccontarsi. Contribuiscono alla sua narrazione i vari percorsi, le tante strade che nel tessuto urbano si allungano, si aprono, si intersecano, incontrano slarghi, piazze, giardini, ci portano nel loro dipanarsi in centro, in periferia, nel nostro quartiere, nella nostra casa, in chiesa, al lavoro, a scuola, a cinema, a teatro, ad un lago, ad un fiume, al mare. Tutte, dico tutte, hanno un odonimo, (nome) che nel rispondere a esigenze di informazione e di identificazione, nel rapporto tra l’uomo e la società con il territorio, hanno contenuto variamente deittico (dimostrativo), risentono di atteggiamenti ideologici e culturali che nel tempo possono variare. Di solito l’odonomastica è connessa strettamente alla storia del luogo, sia nazionale che locale: l’Italia è piena di vie e piazze intitolate a Garibaldi, Cavour, ai vari Caduti, al Risorgimento. Ogni paesino ha poi le proprie icone, personaggi che hanno fatto la storia locale e per questo si sono guadagnati una targa affissa a memoria imperitura. Diverse sono le denominazioni che caratterizzano i tanti percorsi urbani e il significato di ognuno di loro è appunto nel nome che esprimono. Nella città i nomi che indicano i luoghi sono importantissimi per la conoscenza del territorio. Lo spazio è storia e i nomi delle strade sono luoghi della memoria, tramandano il passato nello spazio pubblico, plasmano il volto delle città e raccontano il suo vissuto. Allora le vie, le piazze, ci parlano, stimolano significati e ci orientano non solo per raggiungere la giusta destinazione, ci aiutano a recuperare quei sani principi che informano, attraverso la loro narrazione, una comunità. Angelo Bosco Gruppo di lavoro sulla toponomastica Anpi del Sannio

 
 


 

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