Era il 1980 e tra il 2 e il 7 settembre si tenne la I Rassegna Città Spettacolo organizzata dal Comune di Benevento e dall’associazione culturale “La cittadella dello spettacolo”.
“Il teatro fantascientifico” il tema, la direzione artistica affidata a Ugo Gregoretti e la direzione organizzativa a Mario Bussolino e Fioravante Cozzaglio.
Si dava inizio così all’evento per eccellenza, a quello che avrebbe contraddistinto la programmazione culturale della città di Benevento negli anni a venire.
L’idea, racconta Stefano Mogavero nel suo “Verso la Mecca del Teatro” (edizioni Realtà Sannita), nasceva alla metà degli anni ’70, quando “la città di Benevento prende coscienza delle enormi potenzialità presenti, nonostante i numerosi anni di oblio, nelle strutture urbane del centro storico".
Si pensò, quindi, a un progetto che oltre alla riqualificazione del centro storico potesse pubblicizzare la città a livello nazionale e la scelta ricadde su una rassegna teatrale capace di intercettare flusso turistico oltre che di addetti ai lavori e appassionati di teatro.
"Era l’avvio di Benevento Città Spettacolo, estate 1978, e la scelta di Ugo Gregoretti come direttore artistico fu accettata trasversalmente “dal comunista Emilio Iarrusso, allora capogruppo del PCI e dai democristiani Pietrantonio e Mazzoni. Una linea di cooperazione – aggiunge Mogavero – che si manterrà grosso modo per i successivi anni della rassegna tanto che il direttore artistico di qualche anno dopo, Maurizio Costanzo, fu scelto da un sindaco di destra come Pasquale Viespoli”.
“Il Teatro fantascientifico” ,il tema, e la scelta “ non fu certo casuale perché si volle subito far capire il profondo legame che avrebbe dovuto unire quella kermesse con la città, mettendone in risalto la sua particolare storia e la sua tradizione culturale. Il fantascientifico calzava a pennello per il festival della città forse più misteriosa e magica d’Italia, un luogo che custodiva nelle sue stradette, nei suoi tortuosi vicoli, nei suoi antichi ruderi e nelle chiese sconsacrate quell’alone di surrealismo che sovente dette vita a fantasticherie di ogni tipo.
Benevento, città delle streghe, poteva in quel modo e dopo secoli, riconoscere addirittura nella sua maledetta storia fatta di sabba e di esoterismo medievale l’arma vincente per una riscossa definitiva agli occhi dei benpensanti uomini di cultura che per secoli l’avevano infangata con scomuniche, nel nome della Chiesa, padrona delle anime” .
Quattro i momenti teatrali concentrati tra il Teatro La Salle, il Chiostro di Santa Sofia e il Teatro Comunale cui si aggiunsero le “Cinque sere tra le danze, le musiche, i lazzi dei comici dell’arte” di “La piazza Universale presentati dalla Compagnia del Mimo Teatro Movimento in piazza Piano di Corte, Piazza Santa Sofia, Piazza San Modesto, Villa Comunale e piazza Teatro Romano con il coordinamento scenico di Flavio Andreini e gli attori – danzatori Lydia Biondi, Luciano Brogi, Simona Noce, Daniela Giordano, Eugenio Ravo, Orlando Forioso, i musici Tiberio Marchetti, Rino Ziccardi, Nando Citarella.
L’inaugurazione il 2 settembre (con quattro repliche nei giorni successivi) al Teatro Romano con “Ivan il terribile”di Michail Bulgakov per la regia di Ugo Gregoretti (assistente alla regia Ennio Coltorti, scenografie Eugenio Guglielminetti, aiuto scenografo Giuseppe Galeotti, costumi Stefania Benelli) con Marina Confalone, Solveig D’Assunta, Alessandra Scaramuzza, Marzio Margine, Cochi Ponzoni, Gabriele Lavia, Stefano Lescovelli, Pieteo Brambilla, Fabrizio Temperini. Al Chiostro di Santa Sofia, il 5 settembre, si tenne “De passione Domini nostri Jesu Christi”.
Al Teatro Comunale, in due repliche il 6 e il 7 settembre, “Un marziano a Roma” di Ennio Flajano per la regia di Antonio Salines presentato dalla compagnia Teatro Belli diretta da Josè Quaglio e Antonio Salines con Lauro Versari, Sergio Castellitto, Roberto Marcucci, Elio Bertolotti, Carola Stagnaro, Mariapiera Caretto, Patrizia La Fonte, Antonio Salines, Renzo Rinaldi, Euro Bulfoni, Roberto Tesconi su musiche originali di Enrico Salines.
Le scene erano di Mario Amodio, aiuto regia Errico Antognelli, maschere e arredamento di Elisabetta Valdrè, direttore di scena Pietro Martin, direttore delle luci Domenico Quercia.
Al Teatro La Salle, il 4, il 6 e il 7 settembre, fu proprosta l'opera giocosa di Carlo Goldoni "Il mondo della luna", musiche di Haydin, per la regia di Ugo Gregoretti, regista assistente fu Paolo Di Cagno, coreografie di Lydia Biondi, maestro concertatore e direttore Bruno Nicolai.
“Quella prima edizione - scrive Stefano Mogavero – ebbe un successo di pubblico travolgente - si registrò il tutto esaurito.
La città, anche se non ancora degnamente preparata nell’organizzazione (in una nota si ricorda che nel 1980 Benevento non era ancora dotata di strutture alberghiere tali da poter accogliere il flusso di turisti), aveva risposto con entusiasmo alle proposte di Gregoretti.
Si ebbe anche un discreto successo di critica che non risparmiò parole di elogio per la riuscita della manifestazione.
Solo poche furono le note stonate che uscirono dal coro unanime di apprezzamento, come le affermazioni del giornalista Rai Luigi Necco che tacciò il pubblico beneventano di immaturità rispetto agli eventi teatrali".
”Polemiche che fecero indubbiamente bene ad un ambiente provinciale che presuntuosamente si era affacciato sulla scena culturale nazionale pretendendo di riuscire a nascondere dietro il paravento degli spettacoli, dei lustrini e dei riflettori una condizione di arretratezza sociale e civile che si portava dietro dal dopoguerra e che mai nessuno era stato in grado di migliorare”.
(continua)
Fonti: "Verso la Mecca del Teatro?" di Stefano Mogavero ed. Realtà Sannita
Materiale informativo dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento
|