Eravamo insieme al centro elaborazione dati del Comune di Benevento. Abbiamo lavorato insieme per molti anni ed abbiamo condiviso alcuni momenti brutti ma anche tantissimi momenti belli. Tra tutti spicca il periodo del censimento ISTAT del 1991.
Gerardo portava con sé la figlia piccola che stava con noi l'intero pomeriggio, fino a sera quando si chiudeva l'ufficio. La piccola dopo un po' si stancava e finiva inevitabilmente in braccio al padre o in braccio a me o anche ad una delle tante altre splendide persone che lavoravano con noi al censimento.
La piccola Paola si era affezionata molto a noi, era di casa, per la felicità di Gerardo. Non meno esaltanti le giornate passate a Città Spettacolo, dove si lavorava tantissimo, fino a notte avanzata, senza soste e felici solo di veder compiuti tanti lavori che ai più sembravano impossibili da realizzare nei tempi e modi che usavamo noi.
Erano sempre poche le occasioni di svago, e quando si lavorava come facevamo noi, si finiva inevitabilmente per condividere anche i sentimenti personali. Si parlava del proprio presente, ovviamente, e spesso Gerardo si trovava a raccontare delle cure ed attenzioni che prestava ai genitori, ai parenti.
Ma si parlava anche dei propri sogni, dei figli, della famiglia, dei propri affetti, delle occasioni mancate, delle speranze, delle prospettive per il futuro. Poi la vita ci porta altrove, io ho lasciato il lavoro da qualche anno. Gerardo è diventato nonno e sembrava veramente possibile per lui un po' di maggiore serenità.
Ma non è stato così. L'ho rivisto per ultimo in ospedale. Io c'ero per un piccolo intervento, lui era lì per ben altro, già segnato da un brutto destino. Mi ha riconosciuto, salutato, io non ho avuto la forza di dire una sola parola. Preferisco ricordarlo come l'ho avuto vicino per tanti anni, amico e compagno di tante avventure. Non posso che stringermi intorno alla moglie, alle figlie, ai parenti. Ed un saluto a Gerardo, amico e compagno di tanti anni di lavoro.
|