Viviamo in un paese di ignoranti, governato da ognoranti, questo è quanto si evince dalla lettura di "Ignoranti" di Roberto Ippoliti, che è una forte denuncia allo stato dlla cultura italiana già nel sottotitolo "L'Italia che non sa.L'Italia che non va". Il libro edito da Chiarelettere è stato presentato al Museo del Sannio in un incontro organizzato dal Rotary Club di Benevento. A moderare il past presidente Enza Nunziato con l'autore e con Ottavio Lucarelli, presidente dell'ordine regionale dei giornalisti e Gianraffaele Cotroneo, presidente del Rotary.
"Siamo un paese dove si legge sempre di meno, dove si riduce sensibilmente ogni anno il numero delle immatricolazioni al'università, dove si sta progressivamente entrando nel mondo dell'analfabetismo informatico di chi si chiude alle innovazioni tecnologiche. Il 39% degli italiani non ha mai toccato un computer, il 26 % dichiara inutile Internet, con il risultato, per esempio, che in Italia le vendite on-line sono 1/3 rispetto al resto dell’ Europa", questo il commento di Roberto Ippolito che ha letto anche alcune esilaranti "perle" di ignoranza da parte di qualche politico.
Nessuna classe sociale ne è però immune come testimonia una serie di dati documentati che sono davvero impressionanti e che analizzano i numeri della dispersione scolastica, dell'assenza di attenzione nei confronti della scuola e della classe insegnante, della mancanza di adeguate strutture scolastiche .
"La tragedia è che, pur se sotto gli occhi di tutti, la classe politica, e lo ha dimostrato anche nell'ultima campagna elettorale, ignora il problema e non se ne occupa. Il programma di Berlusconi nel 2008 non parlava ne di scuola, né di Università e il governo Monti parla di generico "capitale umano”, relegandolo alle politiche microeconomiche". "Istruzione e formazione " queste le parole chiave per lo sviluppo del paese e su questo si dovrebbe puntare in un paese che, tra l'altro è noto al mondo come paese di cultura. I numeri però parlano chiaro, andiamo inesorabilmente verso l'ignoranza visto che se nel 2003 il 75% dei diplomati si iscriveva all'Università, nel 2011 la percentuale è scesa al 60%.
Oggi il 45,2 per cento degli italiani ha al massimo la licenza media contro il 27,3 per cento dell’Europa e solo due su quattro sono diplomati, contro tre inglesi su quattro.
Il 71 % degli italiani è al di sotto del livello minimo di comprensione di un testo. Tutto questo in un paese in cui Quintino Sella, alle prese col pareggio di bilancio, affermava che avrebbe tagliato tutto, ma non la cultura, in un paese in cui Giolitti diede vita alla scuola pubblica, mentre oggi calano l'istruzione e la lettura.
“La stessa classe dirigente - dice Ippolito invitando a sottolineare il dato dieci volte - non legge e solo una persona su dieci dice di leggere per motivi professionali”.
Questi i dati, per ripartire, l'ultimo capitolo invita all'ottimismo con l'analisi dei pochi dati positivi relativi alle scuole elementari che sono all'avanguardia per l'offerta e la formazione degli allievi, il lavoro di quegli insegnanti che operano in condizioni difficilissime, gli accordi tra imprese e sindacati che prevedono borse di studio, buoni libri e corsi di formazione.
Giornalista e scrittore italiano, autore dei best seller "Evasori" (Bompiani 2008) e "Il Bel Paese maltrattato" (Bompiani 2010) Ippolito è organizzatore culturale oltre che direttore scientifico di “A tutto volume – Libri in festa a Ragusa”.
Dopo aver curato a lungo l'economia per il quotidiano "La Stampa", è stato direttore della comunicazione della Confindustria, direttore delle relazioni esterne dell'università Luiss di Roma e docente di "Imprese e concorrenza" alla Scuola superiore di giornalismo della stessa Luiss. Ha curato l'informazione economica del quotidiano "La Stampa". Ha dedicato l'attenzione a tutti i temi dell'economia.
Per "La Stampa", dall'aprile 1989 all'ottobre 2005, ha realizzato interviste che hanno inciso nello sviluppo di importanti vicende e ha descritto la politica delle privatizzazioni.
Tra i reportage, la battaglia di Seattle, la prima grande contestazione no global in occasione della Conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO).
n.194 - ha scritto Silvio Falato 24-03-2013 10:58:42 Stiamo cominciando a pagare(e siamo ancora agli inizi) le conseguenze di una politica scolastica poggiata tutta sullo svuotamento dei contenuti e la scarsa considerazione dei valori della tradizione.
n.193 - ha scritto incredibilmente incredulo 24-03-2013 09:17:09 ha ragione Ippoliti : SIAMO (!?) DEGLI IGNORANTI, anche sulle cose di livello elementare; altro che competere con il mondo civilizzato ! perchè, sia chiaro, anche scrivere "sxo che mi sia sbagliato" è sbagliato; se l'inorridita avesso usato correttamente la lingua italiana, avrebbe detto "SPERO DI ESSERMI SBAGLIATA"; e pensare che l'inorridita, secondo quanto di deduce da quello che dice, è una INSEGNANTE ... che critica un'altra insegnante ... di cui non oso nemmeno immaginare il livello ... siamo messi proprio male !
n.192 - ha scritto inorridita 24-03-2013 08:37:00 tra il pubblico mi è parso di aver riconosciuto una che quando si divertiva a fare l'insegnante di sostegno e i professori facevano collegamenti tra le varie materie,dimostrò che non sapeva il significato di interdisciplinarietà! sxo che mi sia sbagliato