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"Pisci e' paranza" storia di emarginazioni e solitudini
     
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sab 16-04-2016 08:02, n.7528 - letto 7172 volte

"Pisci e' paranza" storia di emarginazioni e solitudini

Ieri al Piccolo Teatro Libertà l'ultimo incontro della rassegna Magnifico Teatro

di Elide Apice


Non è semplice parlare di "Pisci e' paranza", ultimo incontro della rassegna Magnifico Teatro, ieri al Piccolo teatro Libertà, e non lo è perché in scena, inizialmente quasi del tutto al buio, dove ci sono i cinque bravissimi attori e un gioco da bambini che ripete nel continuo movimento sempre uguale a se stesso l'alienazione dell'umanità, all'inizio è un vociare continuo, in un movimento circolare, apparentemente senza senso, che spiazza gli spettatori.
Poi tutto si fa chiaro, i cinque protagonisti sono i pisci 'e paranza di cui al titolo, pesciolini senza prospettive se non girare intorno a molliche di pane, realmente gettate in scena.
Un marciapiede, il limitato luogo della scena, luogo di vita di tre dei protagonisti, Sciacallo che è fidanzato con una ragazza che ha portato con sé il fratello malato, e sul quale si trovano per caso i due “cafoni” che sono venuti in città a cercare il futuro, un lavoro, e vorrebbero tornare a casa, ma hanno perso la corriera.
I primi che lasciano passare il tempo tra speranze ormai inattese e bevute di vino, i secondi che hanno solo voglia di speranze da realizzare.
E' racconto di emarginazione, di non conoscenza, che si svolge in un continuo rimando di battute che contrappongono due mondi diversi nella sostanza, uguali nell'alienazione in cui l'unico che forse ha capito qualcosa è "il matto".
Proprio il “matto” più volte tenta fisicamente di scavalcare la quarta parete diventata simbolo della porta da varcare per trovare libertà e cerca di salire su quel treno che vorrebbe lo portasse lontano.
Non ci riesce, richiamato a sé dalla sorella che a suo modo se ne prende cura.
Tutti i personaggi sono intimamente legati all'idea dell'attesa, attesa di qualcosa che potrebbe avvenire e che i tre aspettano senza speranza, mentre i cafoni, lei è incinta, credono foriera di certezze.
E' l'incertezza la grande protagonista della messa in scena, una incertezza legata alla precarietà della società e che ognuno affronta come può, se può.
L’epilogo, per quanto aleggiante sugli spettatori, arriva sferzante e inaspettato, si passa il tempo bevendo vino ‘e cartella, ci si ubriaca, si riprende il continuo e sempre uguale movimento dei pisci 'e paranza , sempre più frenetico, sempre più incessante e il “matto”, unico che forse era riuscito a capire qualcosa, cadrà vittima, simbolo delle vittime di un sistema che emargina.
L'ultima scena si chiude sul canto accorato della sorella che china sul corpo del “matto” continua a cantare in una sorta di ninna nanna "volevamo prendere il treno, ma non ce lo hanno fatto fare".
Lo spettacolo ha ricevuto la segnalazione speciale al premio Scenario 2015.
Progetto e regia sono di Mario De Masi, con Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino, Luca Sangiovanni. Organizzazione tecnica di Gaetano Battista.
In replica stasera alle 21.00 al Piccolo Teatro Libertà
In chiusura di serata l’accorato appello di Peppe Fonzo, direttore artistico di Magnifico Teatro.
“Questo è il nostro ultimo appuntamento per la rassegna di quest’anno, ma potrebbe essere l’ultimo appuntamento in assoluto visto che a giugno dovremmo lasciare questo spazio che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione nell’immediata emergenza del dopo alluvione. Noi, però non ci arrendiamo e continueremo a cercare prospettive future”.

Il pubblico, questo l’appello di chi scrive, non può restare muto di fronte a tale prospettiva.
Sosteniamo, quindi, il Magnifico Visbaal nella sua ricerca di spazi, magari, perché no, facendoci promotori di una raccolta firme da presentare agli enti che in qualche maniera potrebbero dare in gestione luoghi dove far continuare l’intelligente scelta di nuove proposizioni teatrali.

Non è semplice parlare di "Pisci e' paranza", ultimo incontro della rassegna Magnifico Teatro, ieri al Piccolo teatro Libertà, e non lo è perché in scena, inizialmente quasi del tutto al buio, dove ci sono i cinque bravissimi attori e un gioco da bambini che ripete nel continuo movimento sempre uguale a se stesso l'alienazione dell'umanità, all'inizio è un vociare continuo, in un movimento circolare, apparentemente senza senso, che spiazza gli spettatori.
Poi tutto si fa chiaro, i cinque protagonisti sono i pisci 'e paranza di cui al titolo, pesciolini senza prospettive se non girare intorno a molliche di pane, realmente gettate in scena.
Un marciapiede, il limitato luogo della scena, luogo di vita di tre dei protagonisti, Sciacallo che è fidanzato con una ragazza che ha portato con sé il fratello malato, e sul quale si trovano per caso i due “cafoni” che sono venuti in città a cercare il futuro, un lavoro, e vorrebbero tornare a casa, ma hanno perso la corriera. I primi che lasciano passare il tempo tra speranze ormai inattese e bevute di vino, i secondi che hanno solo voglia di speranze da realizzare.
E' racconto di emarginazione, di non conoscenza, che si svolge in un continuo rimando di battute che contrappongono due mondi diversi nella sostanza, uguali nell'alienazione in cui l'unico che forse ha capito qualcosa è "il matto".
Proprio il “matto” più volte tenta fisicamente di scavalcare la quarta parete diventata simbolo della porta da varcare per trovare libertà e cerca di salire su quel treno che vorrebbe lo portasse lontano.
Non ci riesce, richiamato a sé dalla sorella che a suo modo se ne prende cura.
Tutti i personaggi sono intimamente legati all'idea dell'attesa, attesa di qualcosa che potrebbe avvenire e che i tre aspettano senza speranza, mentre i cafoni, lei è incinta, credono foriera di certezze.
E' l'incertezza la grande protagonista della messa in scena, una incertezza legata alla precarietà della società e che ognuno affronta come può, se può.
L’epilogo, per quanto aleggiante sugli spettatori, arriva sferzante e inaspettato, si passa il tempo bevendo vino ‘e cartella, ci si ubriaca, si riprende il continuo e sempre uguale movimento dei pisci 'e paranza , sempre più frenetico, sempre più incessante e il “matto”, unico che forse era riuscito a capire qualcosa, cadrà vittima, simbolo delle vittime di un sistema che emargina.
L'ultima scena si chiude sul canto accorato della sorella che china sul corpo del “matto” continua a cantare in una sorta di ninna nanna "volevamo prendere il treno, ma non ce lo hanno fatto fare".
Lo spettacolo ha ricevuto la segnalazione speciale al premio Scenario 2015.
Progetto e regia sono di Mario De Masi, con Andrea Avagliano, Serena Lauro, Fiorenzo Madonna, Rossella Miscino, Luca Sangiovanni. Organizzazione tecnica di Gaetano Battista.
In replica stasera alle 21.00 al Piccolo Teatro Libertà
In chiusura di serata l’accorato appello di Peppe Fonzo, direttore artistico di Magnifico Teatro.
“Questo è il nostro ultimo appuntamento per la rassegna di quest’anno, ma potrebbe essere l’ultimo appuntamento in assoluto visto che a giugno dovremmo lasciare questo spazio che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione nell’immediata emergenza del dopo alluvione. Noi, però non ci arrendiamo e continueremo a cercare prospettive future”
Il pubblico, questo l’appello di chi scrive, non può restare muto di fronte a tale prospettiva.
Sosteniamo, quindi, il Magnifico Visbaal nella sua ricerca di spazi, magari, perché no, facendoci promotori di una raccolta firme da presentare agli enti che in qualche maniera potrebbero dare in gestione luoghi dove far continuare l’intelligente scelta di nuove proposizioni teatrali.




 
 


 

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