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E' scabroso le donne studiar, e torna la belle epoque
     
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sab 20-07-2013 09:45, n.954 - letto 42412 volte

E' scabroso le donne studiar, e torna la belle epoque

Al Teatro Romano, con "La vedova allegra" della Compagnia Alfa Folies

di Enrico Cavallo
sfoglia l'album delle foto   


Ospite del Teatro Romano, questa sera, la Compagnia Stabile di Operette Alfa Folies, una delle più importanti ed accreditate compagnie nel campo dell'operetta.
Non a caso è una compagnia "Stabile" che fa capo all'Alfa Teatro di Torino, città dove operano diverse realtà specializzate proprio nell'operetta.

L'operetta nacque a fine 1800 e venne accolta bene dal pubblico che ne apprezzò le caratteristiche con l'alternarsi di parti recitate e parti cantate.
Era poi basata su trame semplici e non "impegnative" ed era ricca di coreografie sicché ne risultava facilitata la godibilità da parte del pubblico.
Non ebbe però vita lunga e si trasformò ben presto nel "varietà", che d'altra parte ne riprende la struttura e tanta fortuna ha avuto nel secolo scorso.

Rimane il fatto che l'operetta è lo specchio della società di fine '800, dove la imperante borghesia francese ed austriaca ebbe tanta predilezione per le vicende sentimentali dell'alta società dell'epoca.

E "La vedova allegra" di stasera proprio di questo parla.
Siamo a Parigi, in piena belle epoque, e l'ambasciatore di Pontevedro, il Barone Zeta, deve scongiurare che la bella Anna Glavari vada in sposa ad un parigino.
Anna Glavari è una vedova ricchissima grazie all'eredità del marito Pontevedrino e sarebbe la fine per le casse di Pontevedro se andasse sposa ad un forestiero.
L'ordine del Re è perentorio : Anna Glavari deve sposare un Pontevedrino e l'ambasciatore deve architettare ogni stratagemma per riuscire in quest'impresa.
L'uomo giusto sembra essere a portata di mano dell'Ambasciatore, è quel Conte Danilo che già amava Anna prima che andasse in sposa ad altri.
Anna ama ancora Danilo, Danilo ama ancora Anna, ma entrambi non si dichiarano e piuttosto preferiscono ingelosire l'altro.
La storia si intreccia negli amori clandestini di alcuni protagonisti, molteplici imprevisti, situazioni paradossali, fraintendimenti verbali.
E su tutto aleggiano, ovviamente, le arie che hanno reso famosa in tutto il mondo "La vedova allegra" di Franz Lehàr.
Alla fine l'amore prevale ed anche quelli "clandestini" si ridimensionano e finisce tutto per il meglio.
Anche per le casse statali di Pontevedro che conservano il ricco patrimonio.

"La vedova allegra" è una delle operette più famose e più rappresentate di ogni tempo.
Famosa anche per i suoi brani musicali, di grande effetto e davvero trascinanti, e stasera l'abbiamo avuta al Teatro Romano, con l'esibizione di una delle compagnie più accreditate.
C'erano insomma tutti gli ingredienti per passare davvero una bella serata all'aperto.
Ma la festa è stata un po' rovinata dalla pioggia intensa che è durata fino a pomeriggio inoltrato e che certamente ha indotto molti a disertare il teatro.
Alla fine la rappresentazione s'è tenuta lo stesso, anche se si è dovuto faticare non poco per asciugare l'acqua, anche per ovvi motivi di sicurezza viste le tante luci ed apparecchiature elettriche necessarie per lo spettacolo.
Su tutti un cielo finalmente sereno, con la splendida luna che ormai accompagna sempre queste serate al Teatro Romano, ma un freddo ed una umidità davvero esagerati che hanno messo in seria difficolta sia gli spettatori, sia la compagnia.
Lo sparuto gruppo di spettatori (ne abbiamo contato comunque qualche centinaio) non si è lasciato intimorire e tutti, impavidi, hanno resistito fino alla fine.
E c'erano davvero molti appassionati dell'operetta, alcuni ne conoscevano il libretto ed hanno accompagnato sottovoce interi brani.
Ancora una volta, insomma, uno spettacolo accolto bene dal pubblico anche se le inclemenze del tempo hanno dato la sensazione che fosse tutto un po' sottotono.
Però c'era tutto, le atmosfere della bella epoque, i costumi bellissimi, i valzer, l'aria più famosa "è scabroso le donne studiar"..., gli ingredienti classici della commedia all'italiana con i fraintendimenti verbali, il servitore furbo, gli imprevisti, le danze...
Un mix sufficiente a lasciar soddisfatti gli spettatori, verrebbe da dire ... pochi ... ma buoni, che spesso hanno accompagnato in coro o con battimani ritmati i passaggi più belli.
E che non s'è lasciato pregare a lanciarsi in coro nel brano "...è scabroso le donne studiar...".
Peccato davvero per le inclemenze atmosferiche.

Ma ancora una volta complimenti all'organizzazione che sta offrendo una bella varietà di spettacoli, scelti con accortezza e senza risparmi, per accontentare tutti i gusti e soddisfare le esigenze più disparate.

Appuntamento per martedi 23 luglio 2013, alle 21.00, con "La dodicesima notte" con Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini.



























































 






















 
 


2 commenti   top
n.276 - ha scritto enrico cavallo  20-07-2013 18:41:32  

magari nella mia vita pubblica sono intollerante e scortese con tutti;
ma ho fondato io SANNIO TEATRI E CULTURE e linea editoriale è quella di cogliere il buono che c'è in ogni spettacolo;
SUL MIO GIORNALE si esercitano solo positività, ed
non parlo mai male di nessuno;
tutto quello che dico lo dico parlando delle emozioni che provo, usando garbo ed educazione, rispettando il lavoro degli altri, tecnici, artisti, primi attori o aiutanti di segreteria;

e a proposito di ieri sera ho scritto che c'era "un freddo ed una umidità davvero esagerati che hanno messo in seria difficolta sia gli spettatori, sia la compagnia";

ho scritto "la festa è stata un po' rovinata dalla pioggia intensa"
ho scritto, ancora, "le inclemenze del tempo hanno dato la sensazione che fosse tutto un po' sottotono";
ho scritto, infine, "Peccato davvero per le inclemenze atmosferiche."

ho scritto, ancora,
"Però c'era tutto, le atmosfere della bella epoque, i costumi bellissimi, i valzer, l'aria più famosa "è scabroso le donne studiar"..., gli ingredienti classici della commedia all'italiana con i fraintendimenti verbali, il servitore furbo, gli imprevisti, le danze...
Un mix sufficiente a lasciar soddisfatti gli spettatori, verrebbe da dire ... pochi ... ma buoni, che spesso hanno accompagnato in coro o con battimani ritmati i passaggi più belli.
E che non s'è lasciato pregare a lanciarsi in coro nel brano "...è scabroso le donne studiar...".

io ho scritto di quello che c'era, nel bene e nel male;
tu hai elencato solo quello che, secondo te, NON c'era, demolendo lo spettacolo che hai definito uno "...scempio...";

io non cambio linea editoriale, ovviamente, e l'unica cosa che non troverai mai sul mio giornale sono le espressioni che usi tu;
ti preciso anche che io giudico le tue espressioni al limite estremo della convenienza che ammettiamo nei commenti da parte di terzi;

in ogni caso il mio stile è diverso da tuo e se non ti piacciono i MIEI articoli non sei certo obbligato a leggerli;




n.275 - ha scritto raffaele  20-07-2013 14:27:43  
Ero tra i presenti ieri sera e quello che ho visto è stato uno SCEMPIO. Un'operetta fatta da dilettanti cantanti e attori....senza un'orchestra, con le basi e con i cori registrati....Fortunatamente non avevo pagato il biglietto perchè altrimenti avrei chiesto assolutamente un rimborso. L'operetta è fatta di orchestra, cantanti, scenografie, regia, e balletti! MANCAVA TUTTO. Cantanti stonati che cantavano al microfono e nemmeno si sentivano, 3 ballerine che scimmiottavano la danza, una scenografia orrenda che non richiamava assolutamente il bel salotto francese dei tempi e i costumi fuori ambientazione temporale.Il problema è che a Benevento ci piace credere che tutto ciò che viene da fuori città sia un prodotto professionale e quindi degno di sponsorizzazione. Purtroppo non è stato questo il caso...molto meglio recite parrocchiali beneventane Gratuite che questo scempio al costo di 20€!
 
 
 

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