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Palcoscenico Duemila: Gianfranco Gallo in Lo zio del medico dei pazzi
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mar 04-02-2020 18:06, n.12911 - letto 6624 volte

Palcoscenico Duemila: Gianfranco Gallo in Lo zio del medico dei pazzi

Al Teatro Massimo, sabato 8 febbraio

dalla redazione


Città Mediterranee presenta Gianfranco Gallo in Lo zio del medico dei pazzi di Gianfranco Gallo
con Antonella Stefanucci, Mario Brancaccio, Antonella Prisco, Bianca Gallo, Luigi Credendino, Antonio Fiorillo, Francesco Russo, Michele Sibilio, Elena Starace, Gianluigi Esposito, Michele Schiano Di Cola, Ursola Muscetta.
Scene Flaviano Barbarisi, realizzazione scene Visualsacs srl, costumi Anna Giordano, sartoria Pennacchio, assistente alla regia Ursula Muscetta, foto Gianni Biccari, sarta Annabella Donnarumma, direttore di scena Gianfranco Izzo, regia Gianfranco Gallo
"Sono interessato al classico Teatro comico napoletano come punto di partenza e non di arrivo.
Da un po’ avevo intenzione di riscrivere a mio modo una trilogia di Edoardo Scarpetta e cioè “Miseria e Nobiltà”, “Un Turco napoletano” e “Il Medico dei pazzi”. Ispirandomi allo Scarpetta autore vivente e non all’autore tramandato ho cambiato le carte in tavola, ho riscritto, ho mutuato e non sono rimasto fedele alla sua opera se non nella sua proiezione moderna.
L’ho trattato come se fossi stato suo contemporaneo e avessi lavorato alla sua bottega. Perché io credo da sempre (e questo era motivo di simpatici battibecchi tra me e Mario Scarpetta già a metà degli anni ‘80) che l’insegnamento dell’autore dei tre titoli di cui sopra, non sia la canonica rappresentazione dei testi, quanto invece il rimescolamento, la rielaborazione, l’ideazione.
Questo ha fatto per tutta la sua carriera il bisnonno di Mario. Di Miseria e Nobiltà e di Un Turco Napoletano ne feci opere che strizzavano l’occhio al Cinema partendo dall’idea che, per la massa, i due testi erano in realtà due film di cui era autore, udite udite: Totò.
Questo è quello che il cittadino comune mi diceva e potrei aggiungere un purtroppo se non fossi un comprensivo osservatore dei cambiamenti.
Certo poi nella riscrittura riportavo tutto nel linguaggio e nella forma teatrale, ma da quell’idea partii per trascinare il pubblico con me.
La prima opera la misi in scena io, ne feci un Musical e fu un successo, la seconda la scrissi e la tengo in un cassetto. Per Il Medico dei pazzi invece ho fatto di più, sono andato a pescare l’opera originale e l’ho lavorata come avrebbe fatto Scarpetta, ma a modo mio.
L’ho fatta tradurre e mi sono trovato di fronte ad un capolavoro dal quale il furbo e sapiente Edoardo, pensò bene di non allontanarsi troppo.
A mio parere però, la commedia tedesca Pension Schoeller è più libera di quella della sua quasi gemella napoletana, sicuramente più folle e moderna.
Gli autori non si preoccuparono di giustificare molto i perché, sapevano che la potenza era altrove.
Io ho restituito quell’idea e ne è venuta fuori una pièce in cui la comicità è attuale e pulsante con toni surreali e stranianti, che, con le debite differenze di genere, guarda guarda, riportano a un certo teatro tedesco da “Tre soldi”. Tutto esiste, tutto rinasce, tutto è nuovo.
Gianfranco Gallo