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A Benevento il Jazz è Vivo, con il concerto sotto le stelle “Le canzoni della radio”.
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dom 26-06-2022 10:11, n.13842 - letto 660 volte

A Benevento il Jazz è Vivo, con il concerto sotto le stelle “Le canzoni della radio”.

Si conclude con un gran successo di pubblico la stagione musicale dell'Accademia di Santa Sofia

dalla redazione


Si è conclusa, venerdì sera, in una gremitissima e calorosa Piazza Roma di Benevento, con un grande concerto di musica jazz che ci ha fatto rivivere gli anni d’oro delle grandi orchestre Swing, la stagione concertistica 2022, proposta da Accademia di Santa Sofia in collaborazione con Università degli Studi del Sannio. Una stagione ricca, intensa, densa di emozioni, e incontri memorabili con artisti eccezionali, che si è pregiata della direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale e della consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock; come hanno ricordato nei ringraziamenti di apertura, con parole di grande soddisfazione e riconoscenza reciproca, il Rettore di Unisannio, Gerardo Canfora, Maria Buonaguro, Presidente Amici dell’Accademia, e Marcella Parziale.
In un trascinante concerto a tempo di Swing, che ci ha ricordato con intensità che il Jazz è vita, il Maestro Umberto Aucone, curatore di tutti gli arrangiamenti, oltre a impreziosire molti dei brani, con i suoi amati sax, o con il clarinetto, ha diretto con amorevole piglio energico, i magnifici musicisti della B.B.Orkestra, tutti apprezzati professionisti, di calibro nazionale. Una corposa e vibrante sezione di fiati, sostenuta da una buona e vigorosa sezione ritmica, grandi contrabbasso e batteria, un fidato e rilassato pianoforte e infine le vere regine della serata, Le Signorine - Trio Vocale Italiano.
Tutti artisti generosi e solidi musicisti che ci hanno regalato un viaggio, gioioso e nostalgico insieme, nei meravigliosi anni dell’epoca d’oro dello Swing, con una gustosissima selezione fra i capolavori memorabili del ‘900 che siano mai stati composti per una Big Band, da dei mostri sacri del jazz, che hanno fatto la storia della musica mondiale, da Glenn Miller (1904 – 1944) con le pietre miliariIn The Mood” e “Moonlight Serenade”, al Tributo a Duke Ellington (1899 – 1974) con un medley da sogno: In a Sentimental Mood, Mood Indigo, e It don't mean a thing (if it Ain’t Got That swing). Il pubblico, conquistato ed esaltato, esplode in applausi fragorosi.
Appassionato, divertente ed elegante, il programma del fantastico “trio toscano”, per parafrasare il nome del mitico Trio (Lescano) che ha ispirato le loro acrobazie vocali nelle fantastiche armonizzazioni con le quali personalizzano ogni interpretazione. Sono tre giovani cantanti talentuose e sensibili, spigliate, brillanti e ostinate, tutte toscane Doc, e sono una più brava dell’altra, uno stupefacente connubio artistico, tra virtuosismo tecnico e soave liberatoria leggerezza. Voci versatili e creative, dal soprano Claudia Cecchini, potente, matura, perfettamente a fuoco sulle sonorità dei primi anni 50 del secolo scorso, al mezzosoprano Lucia Agostino, estroversa, sicura, morbidamente flautata, limpida e luminosa,  al contralto Benedetta Nistri, vocalità poliedrica di grande fascino, ricca di chiaroscuri, dai bei toni bassi agli svolazzi cristallini.
Le reginette del rétro - vintage musicale italiano, sostenute dall’imponente muro sonoro della B.B. Orkestra, si tuffano così in un repertorio della memoria, che incanta, rigorosamente italiano, alla riscoperta di una perfetta mimesi sonora degli intramontabili anni ’50. L’abbigliamento, il trucco e lo stile curatissimo poi, proiettano lo spettatore direttamente nell’atmosfera dell’epoca.
Ed ecco dunque, Tulipan e Baciami piccina di Luigi Astore, Il pinguino innamorato e Maramao perché sei morto di Mario Consiglio, Pippo non lo sa e Un bacio a mezzanotte di Gorni Kramer, Carina di Corrado Lojacono, Piccolissima serenata di Gianni Ferrio, Ma le gambe, Non dimenticar le mie parole e Voglio vivere così di Giovanni D’Anzi, un commovente e trascinante Nel blu dipinto di blu di Migliacci – Modugno, e per finire l’universale capolavoro, Somewhere over the rainbow di Harold Arlen, portato al successo planetario da Judy Garland nel 1939 nel film Il Mago di Oz. Loro però ne fanno una versione affascinante, tutta italiana, dall’adattamento cantato da Caterina Valente.
Arrangiamenti grandiosi e originali, quelli di Umberto Aucone. Il pubblico emozionato e coinvolto, applaude, grida “brave” e “bravi”, tiene il tempo e canta con tutta l’orchestra, accompagnando ogni magica interpretazione.
Il bellissimo elettrizzante blues “Go Daddy o” di Scotty Morris chiude il concerto in un crescendo di ovazioni, ringraziamenti e applausi scroscianti.
Una grandissima serata di musica, aperta ancora una volta, da un’interessante dissertazione, intitolata Transizioni a cura di Filippo De Rossi, docente Unisannio, che ha dedicato la sua riflessione alle varie transizioni che stiamo vivendo: digitale, energetica, ecologica.