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"Lettere minuscole" di Ilaria Grando
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dom 02-03-2025 09:26, n.14558 - letto 109 volte

"Lettere minuscole" di Ilaria Grando

Per la rubrica Letto per voi

di Elide Apice

L’incipit, fin dalla prima parola, scava e scalfisce e indica ciò che sarà la narrazione di “Lettere minuscole” di Ilaria Grando, recentemente pubblicato da TerraRossa edizioni,  romanzo d’esordio che è romanzo di “dolore”.  
Lo afferma la stessa autrice nel corso della narrazione, un dolore fisico che è corporale oltre che dell’animo e che è indice di profonda lacerazione di una donna che si sente fragile come una bambina “piccola e minuta” e che intorno ai trent’anni non riesce a trovare il proprio baricentro nei giorni che attraversa senza sentirsene parte. Così come non riesce a sentirsi parte di quel mondo maschile che la circonda, promette amore e poi l’abbandona.
E le lettere minuscole di cui al titolo sono proprio loro, gli uomini, quelli che le sono state accanto e l’hanno usata e ferita, quelli ai quali ha concesso di ferirla e ai quali si può riservare la stessa indifferenza, quelli cui ancora rivolge pensieri e lacrime. (Meraviglioso il capitolo che elenca i luoghi in cui si piange, luoghi di assoluta normalità che raccolgono i dolori più intimi).
Un dolore che appare autobiografico arricchito dalla totale rottura di ogni schema letterario.
Le parole si inseguono, si ripetono ossessivamente, vanno a capo e ritornano a fine di rigo lasciando chi legge senza fiato, completamente immerso in flusso continuo di lettere e pensieri.
E poi i continui rimandi a personaggi femminili come Anaïs Nin o Francesca Woodman alle quali si rivolge lasciando la sensazione di una reale amicizia prima di comprendere che sono riferimenti artistici.
Su tutto il desiderio di annientamento che si fa ossessione e che poi ritorna solo nel pensiero in un continuo altalenare di sentimenti, di perdite, di tentativi di conquiste.
Un libro coraggioso persino nel finale che ancora una volta non segue canoni letterari, ma è pura esplosione di parole, questa volta, liberatorie, e infine, i ringraziamenti a quanti l’hanno sostenuta nel percorso di una scrittura “per urgenza” e che con l’autrice, compresi i lettori e le lettrici, hanno compiuto “il nostro atto magico”.
Grazie all’autrice per il coraggio di una scrittura senza freni, senza retorica e senza remore, grazie a TerraRossa edizioni che come sempre stupisce per scelte editoriali altrettanto coraggiose che permettono “atti magici” come questo libro.